AttualitàMondo

Summit Minsk: c’è un accordo

Il leader della Russia Vladimir Putin ha annunciato l’accordo per il cessate il fuoco in Ucraina a partire dal 15 febbraio. Questo è il risultato ottenuto in seguito ai colloqui a Minsk tra i leader di Russia, Ucraina, Francia e Germania,

“Siamo riusciti a raggiungere un accordo sui punti essenziali. – ha aggiunto Putin – Il cessate il fuco partirà alla mezzanotte di sabato.”

Dopo il summit Putin ha dichiarato:

“finché non sarà raggiunto un cessate il fuoco completo tutte le parti dovrebbero mostrare “moderazione” ed evitare “spargimenti di sangue inutili”.

La crisi ucraina sembrava non poter arrivare ad una soluzione, e, dopo che si erano diffuse delle voci di un “cessate il fuoco” imminente, a gelare tutto erano arrivate delle dichiarazioni che parlavano di “condizioni inaccettabili” da parte di Mosca.

A Minsk si è proseguito comunque con una serie di incontri bilaterali per cercare di porre fine ad una guerra che fino a questo momento ha causato oltre 5.000 morti e migliaia di feriti. I colloqui erano andati avanti ad oltranza e si pensava che fosse imminente la firma di un accordo, ma alle 8.30 della mattina c’è stata la frenata, come ha annunciato il presidente ucraino Poroshenko, protagonista dei colloqui insieme a Putin, Merkel ed Hollande.

Secondo quanto è trapelato il leader russo, sembrava molto nervoso, e si parla anche di una penna spezzata durante i colloqui; secondo una nota di agenzia pubblicata dalla Reuters, sarebbero stati i leader dei gruppi separatisti filorussi a rifiutarsi di firmare l’accordo faticosamente raggiunto.

Nella capitale bielorussa era presente anche Heidi Tagliavini, che si è unita ai colloqui nella sua veste di rappresentante dell’Ocse. Mentre andavano avanti i colloqui tra le parti, è pervenuta anche una notizia da parte dell’Fmi, che ha annunciato un aiuto all’Ucraina di circa 40 miliardi di dollari, che dovrebbe facilitare un accordo. Il piano di aiuti, che è stato annunciato da Christine Lagarde, avrà una durata di 4 anni, e i fondi verranno forniti in parte dall’Unione Europea, ed in parte da paesi singoli.

La bozza dell’accordo che era stata redatta prima della “doccia fredda”, conteneva 13 punti, tra i quali i più importanti riguardano la creazione di una “zona di sicurezza”, ed il ritiro di tutte le armi pesanti. Dopo la maratona di colloqui andata avanti nella notte ai leader è stata servita la colazione, poi l’annuncio che la tanto attesa firma sul documento, per il momento non sarà apposta, e si continua a trattare con incontri bilaterali.

Intanto, a Donotsk si continua a dare voce alle armi. Sulla città sono cadute delle bombe e si sono avuti numerosi morti tra la popolazione civile.

2 Comments

Leave a Response