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Ucraina, Obama è pronto all’invio di armi a Kiev se fallisce la via della diplomazia

Nel corso dell’incontro che si è svolto nella capitale statunitense con Angela Merkel, il Presidente americano, Barack Obama, è stato perentorio nel suo giudizio sul comportamento della Russia nella crisi ucraina, accusando Mosca di violare gli accordi di pace.

Obama ha anche aggiunto di essere pronto a valutare l’opzione di fornire armi all’Ucraina. Il Presidente USA ha puntato il dito sui 1500 soldati russi che hanno varcato la frontiera tra il loro Paese e l’Ucraina, andando contro gli accordi stipulati. Secondo Obama questo atteggiamento della Russia contribuisce ad aumentare il suo isolamento per quanto riguarda il panorama internazionale, ma nel contempo lo stesso Presidente americano non chiude alla possibilità di una soluzione diplomatica della crisi che attanaglia ormai da più di un anno il Paese ex sovietico.

Obama ha dichiarato anche che le sanzioni che sono state decise contro la Russia resteranno in vigore, sin tanto che da parte del Cremlino non arriveranno segni chiari di voler cambiare atteggiamento riguardo alla crisi. Quando parla di armi all’Ucraina, Obama mette sempre l’accento sul fatto che si tratta di armi difensive, anche se “letali”.

Angela Merkel, che lo scorso venerdì aveva avuto un colloquio abbastanza lungo con Vladimir Putin continua a sostenere la necessità di arrivare ad una soluzione diplomatica, senza alcun intervento militare, e lo ha ribadito ad Obama nel corso del colloquio tra i due, ma sottolinea con forza che nella soluzione della crisi ucraina entra anche in gioco la pace “dell’Europa”. La Merkel sostiene che non può essere assolutamente messo in discussione il principio della “sovranità territoriale” degli stati. L’azione diplomatica della Cancelliera tedesca è seguita con molto interesse dal Cremlino, che però non si è ancora espresso in merito al piano di pace che è stato presentato da Francia e Germania, e Putin più volte ha dichiarato che non intende sottoporsi a nessun ultimatum.

Lo sconfinamento dei soldati russi rischia anche di far saltare il vertice che era previsto a Minsk mercoledì prossimo, al quale avrebbero dovuto partecipare sia Putin che il premier ucraino Poroshenko, che la Merkel ed Hollande. Intanto nel Donbass si continua a combattere e si sono avuti 19 morti nella sola giornata di ieri, mentre a Donetsk nella notte è esploso un impianto chimico, colpito da colpi di artiglieria.

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