Economia

TASI: quando e come pagarla

Tornati dalle vacanze, caratterizzate da condizioni atmosferiche che non hanno certo favorito il rilassamento dopo un anno di lavoro, gli Italiani si sono subito trovati ad affrontare un altro problema, reso ancora più gravoso dall’incertezza in merito al modo nel quale affrontarlo: la TASI.

Con il termine “TASI” si fa riferimento alla tassa sui servizi indivisibili, relativa ai servizi comunali destinati alla collettività, come la manutenzione delle strade o la loro illuminazione.
Tale imposta, che ha avuto origine nella Legge di Stabilità, vede il calcolo del tributo e la scadenza del pagamento decisi attraverso delibera comunale; questa differenziazione rischia di creare più di una difficoltà nei cittadini.
Innanzitutto, bisogna specificare che il pagamento della TASI è stato previsto in due parti, la prima costituita dall’acconto e la seconda dal saldo. A dover pagare sono i proprietari di fabbricati, oppure coloro che li possiedono o li detengono; la TASI colpisce anche l’abitazione principale e i proprietari di aree edificabili o scoperte. Agli inquilini spetterà pagare la TASI in misura compresa tra il 10 e il 30%.
La normativa generale che ha per oggetto la TASI è costituita dalla legge 68 del 2014, che ha indicato il 16 di Giugno come data di scadenza dell’acconto e il 16 Dicembre per quanto riguarda il pagamento del saldo. È stata lasciata l’opportunità di pagare la TASI in un’unica soluzione, in corrispondenza della prima scadenza. Queste date dovrebbero rimanere immutate negli anni a venire ma, per questo 2014, l’acconto previsto per il 16 di Giugno è stato pagato solamente da coloro che hanno immobili nei Comuni in cui l’aliquota è stata calcolata e regolamentata prima del 23 di Maggio, ossia circa 2200 Comuni.
A causa dei ritardi da parte della maggioranza dei Comuni italiani, è stata fissata una nuova scadenza per il 16 di ottobre, a patto che i Comuni stessi abbiano provveduto a deliberare le aliquote entro il 10 Settembre. Ogni contribuente ha la possibilità di verificare l’avvenuta delibera direttamente sul sito del Ministero delle Finanze.

Restano invariate, nonostante lo slittamento parziale dell’acconto, le modalità di pagamento del saldo, che rimane fissato al 16 Dicembre. Entro questa data andrà effettuato anche il pagamento totale della TASI da parte di chi risiede in un Comune che non ha ancora deliberato l’aliquota.
A proposito di quest’ultima, la forbice di variazione lasciata a disposizione per le delibere va da un minimo dell’1 per mille ad un massimo del 2,5 per mille, anche se in alcuni casi è stato fissato un valore del 3,3 per mille. Questo ultimo valore è stato ottenuto aumentando il limite massimo del 2,5 dello 0,8 % relativo all’addizionale, previsto dalla Legge di Stabilità 2014; per poter applicare l’addizionale il Comune deve, comunque, concedere ai propri cittadini le detrazioni sulla TASI relative all’abitazione principale e alle sue pertinenze. È anche possibile che l’aliquota risulti inferiore dell’1%; questo accade quando la somma delle aliquote della Tasi e dell’Imu supera il 10,6 per mille.
Ai Comuni è stata lasciata la possibilità di variare le delibere e, quindi, di modificare l’importo del saldo; un consiglio, pertanto, è quello di controllare le delibere comunali, attraverso il sito del Ministero delle Finanze anche una volta pagato l’acconto.
Per quanto riguarda il valore della TASI, questo è calcolato sulla base imponibile costituita dalla rendita catastale, aumentata del 5% e moltiplicata per un coefficiente di 160. Su tale base imponibile viene applicata l’aliquota.
Per il pagamento dovrà essere utilizzato un modello F24 (semplificato od ordinario), compilando la sezione “Imu e altri tributi locali” scrivendo i codici 3958, 3959, 3969 o 3961 a seconda del tipo di fabbricato.

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