Cronaca

Cadavere nel trolley: la madre pronta a raccontare la verità

“Non sono riuscita a salvare mia figlia”. La madre di Katerina Laktionova, la ragazza russa ventisettenne trovata morta in una valigia a Rimini qualche settimana fa, avrebbe detto queste parole al suo avvocato in Italia. Ora è pronta a tornare nel nostro Paese – attualmente si trova in Russia – per spiegare l’accaduto.

Secondo quanto accertato è stata la madre della ragazza a rinchiudere il cadavere della figlia, morta a causa dell’anoressia che da anni l’affliggeva, in un trolley e poi a gettarlo in mare. Prima di compiere questo gesto avrebbe vegliato per una settimana il corpo.

La donna è pronta a tornare in Italia e a chiarire cosa l’abbia spinta a rinchiudere il corpo della figlia morta in una valigia e gettarlo in mare piuttosto che darle una degna sepoltura e, appena arriverà nel nostro Paese, sarà ascoltata dal magistrato Davide Ercolani, che ha aperto un fascicolo per abbandono di incapace e dispersione di cadavere.

Sembra che la ragazza soffrisse di anoressia già da almeno due anni e che avesse chiesto alle autorità italiane di restare in Italia per curarsi. La Questura di Rimini le aveva perciò rilasciato un permesso di soggiorno per motivi umanitari e sanitari, ma dalla malattia Katerina non si è mai ripresa. Pare che vivesse rinchiusa in una stanza dell’appartamento che condivideva con la madre, priva di assistenza medica, e che sia morta lentamente consumata dall’anoressia. Il dolore per non aver saputo aiutare la figlia e per averla persa avrebbe fatto impazzire sua madre che, ad un amico di Rimini, avrebbe confidato di aver perso la testa.