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Canada, strage in una moschea di Quebec City: un 27enne uccide sei persone di origine musulmana

LA STRAGE NELLA MOSCHEA – Nelle ultime ore, anche il Canada è stato insanguinato da un cruento atto di matrice terroristica e che, inevitabilmente, si intreccia con quanto sta accadendo negli Stati Uniti con il Muslim Ban: nella giornata di ieri, infatti, una sparatoria in una nota moschea di Quebec City ha portato alla morte di sei persone, tra cui l’imam, mentre sarebbero otto i feriti. Autore del gesto è Alexandre Bissonette, un 27enne di origini franco-canadesi, immediatamente fermato e incriminato dalle autorità di polizia locali: a carico del ragazzo adesso pendono diversi capi d’accusa, tra cui omicidio di primo grado.

Secondo il network canadese CBC, Bissonette sarebbe entrato nella moschea urlando “Allah Akbar” prima di fare fuoco all’impazzata sui presenti: inoltre, stando ad alcune fonti raccolte da diversi media, il 27enne sarebbe un sostenitore del neo-presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, oltre che delle “forze di difesa israeliane”, aspetto questo che fa cadere tuttavia i sospetti circa eventuali legami con la causa jihadista.

LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO – Nonostante sia stata perpetrata da un fanatico, la strage ha shockato l’intera opinione pubblica in Canada e anche Justin Trudeau, primo ministro e leader del Partito Liberale: “Si è trattato di un attacco terroristico contro la comunità musulmana” ha scritto su Twitter, aggiungendo che per coloro che amano la libertà è “straziante” assistere a simili episodi di violenza insensata. Inoltre, non si tratta del primo episodio di intolleranza registrato a Quebec City: solo alcuni mesi fa, una testa di maiale insanguinata, avvolta in un involucro di cellophane, era stata lasciata all’ingresso di un grande Centro Culturale Islamico.

Ad ogni modo, a stretto giro di posta, lo stesso Donald Trump ha chiamato personalmente Trudeau per esprimergli le proprie condoglianze, offrendogli tutta la possibile assistenza e dissociandosi dal “gesto isolato di un folle”. Anche il premier italiano, Paolo Gentiloni, ha espresso solidarietà al popolo canadese, confermando “l’atteggiamento di vicinanza ai cittadini di fede islamica”.