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Croazia: cancellato il debito di 60.000 cittadini in difficoltà. Provvedimento rivoluzionario o mossa elettorale?

Il governo della Croazia ha preso una decisione significativa destinata ad accendere non poche polemiche oltre a sollevare altrettanti consensi: cancellare i debiti delle persone più povere.

Oltre 60 mila cittadini che si trovano in difficoltà economiche saranno esonerati dalla restituzione dei prestiti e dal pagamento delle bollette. Da una parte il progetto intrapreso dal governo croato è stato definito interessante, dall’altra, invece, la decisione viene bollata come semplice strategia elettorale. La misura era stata votata il 15 Gennaio scorso e quattro giorni fa è entrata ufficialmente in vigore.
L’iniziativa è frutto dell’accordo stipulato fra i distributori di gas ed energia elettrica, enti e banche locali ed alcuni Comuni, che hanno deciso di rinunciare ai rimborsi, assorbendo in maniera autonoma le perdite. L’adesione all’iniziativa è stata volontaria, anche se dietro c’è stato una sorta di incoraggiamento da parte del Governo, il quale si augura con questo intervento di riuscire a rilanciare l’economia del Paese.

“Si tratta di un nuovo inizio”

secondo le parole di Milanka Opacic, vice del Primo Ministro.

Su 4,2 milioni di abitanti complessivi, verranno cancellati i debiti di 60 mila persone, che corrispondono a circa l’1,4% della popolazione. Per beneficiare di tale iniziativa è necessario rispettare alcuni parametri: non avere debiti superiori a 4.500 euro (equivalenti a circa 35 mila kune), nè si devono possedere beni particolari. Il reddito mensile familiare, inoltre, non dovrà superare i 330 euro, e quello di ciascun componente deve essere minore di 162 euro al mese. Il costo complessivo dell’operazione graverà sulle casse dello Stato per 40 milioni di euro circa.

La Croazia è entrata nel Luglio del 2013 nell’Unione Europea, ma non fa parte della zona euro; lo stipendio medio è di 737 euro mensili, il tasso di disoccupazione oltrepassa il 19% e l’economia si trova da circa sei anni in recessione.
Fra coloro che criticano il provvedimento che porterà alla cancellazione dei debiti nelle fasce della popolazione più povere c’è chi sostiene che l’iniziativa non servirà a risolvere la situazione sia finanziaria che sociale del Paese, attualmente piuttosto complicata, poiché il progetto coinvolgerà una porzione troppo piccola della popolazione. Beneficeranno della cancellazione dei debiti le persone a cui il conto in banca è stato bloccato da più di un anno, ma in questa situazione si trovano quasi 320 mila cittadini croati, dunque molti di più dei 60 mila per i quali il provvedimento è stato previsto. I critici sottolineano poi che le Banche potrebbero decidere di incrementare i tassi di interesse e ciò avverrebbe a danno del resto, ovvero la maggior parte, della popolazione.

Dure critiche anche da parte del “Financial Times“, che ha definito questa misura come semplice strategia politica in vista delle elezioni che si terranno entro l’anno.

“Un classico caso di populismo”

è il pensiero dell’economista Timothy Ash, che opera alla Standard Bank, istituto bancario di Londra. E gli ultimi sondaggi effettuati in Croazia sembrano dare ragione al parere di Ash e del “Financial Times”, visto che il Partito del primo ministro Zoran Milanovic era dato in calo dell’8% prima del provvedimento. L’annullamento dei debiti, però, non è l’unica iniziativa che l’Esecutivo ha programmato: altre misure verranno prese in considerazione nel prossimo futuro, fra cui fissare un tasso di cambio fra la kuna croata e il franco svizzero, per evitare che l’abbandono della soglia minima che regolava il tasso di cambio con l’euro possa rendere troppo onerose le rate dei mutui in franchi per la popolazione croata.

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