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Duro colpo inferto all’ISIS: riconquistata la moschea di Mosul da parte delle truppe regolari irachene

LA RICONQUISTA SIMBOLICA DI MOSUL – La battaglia contro le milizie del sedicente Califfato Islamico non è ancora terminata, ma la riconquista della moschea Al Nuri, nel cuore di Mosul (situata nel governatorato di Ninawa) da parte delle truppe dell’esercito iracheno ha un alto valore simbolico. Infatti, fu proprio da questa moschea che, nel 2014, l’allora sconosciuto terrorista Abu Bakr al-Baghdadi aveva annunciato al mondo la nascita dell’autoproclamato Califfato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) mentre cadevano, una dopo l’altra, non solo Mosul, ma anche Tikrit e altre città irachene al confine con la Siria. Ecco anche perché le parole del Primo Ministro dell’Iraq, Haydar al-‘Abadi, hanno il sapore della celebrazione di una vittoria: “Oggi è stata decretata la fine del falso Stato dell’ISIS” ha spiegato il premier, complimentandosi con le truppe di Baghdad.

IL SUCCESSO DELLA COALIZIONE LEALISTA – Infatti, nonostante l’ISIS continui a controllare vaste aree dei territori confinanti con la Siria e continuerà a combattere ancora per diversi mesi, le forze anti-terrorismo hanno messo a segno un punto fondamentale in un conflitto che rischiava altrimenti di ristagnare. Secondo il generale Abdul Amir Yarallah, colui che ha personalmente guidato a partire dallo scorso ottobre l’offensiva su Mosul, i soldati iracheni hanno liberato anche l’area commerciale di Serchkhana in quella che oggi è conosciuta come la Zona Vecchia della città.

Fondamentale nell’azione militare è stato però anche il supporto che l’esercito ha avuto non solo dai soldati sunniti ma pure da quelli curdi, decisi a far capitolare quella che, agli occhi del mondo occidentale, era ritenuta la capitale jihadista assieme ad al-Raqqa. Tuttavia, l’entrata delle truppe lealiste nel cuore di Mosul è arrivata troppo tardi, dal momento che proprio la settimana scorsa la moschea Al Nuri e il bellissimo minareto di Al Hadba erano stati fatti esplodere dai combattenti dell’ISIS, prima di battere in ritirata.