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Giovanni Lo Porto, ucciso dal drone americano: era prigioniero da 3 anni in Pakistan

Era il 19 gennaio del 2012 quando Giovanni Lo Porto un cooperante italiano, originario di Palermo, venne sequestrato nella provincia del Punjab, insieme ad un collega tedesco. Il nostro connazionale si trovava in Pakistan per lavorare come cooperante per una Ong, la tedesca Welt Hunger Hilfe. Il collega tedesco, Muehlenbeck, venne liberato nel mese di ottobre dello scorso anno in Afghanistan dalle forze speciali tedesche, che organizzarono un blitz.

Lo Porto si era laureato a Londra e si era in seguito specializzato in Giappone, operando sempre nel campo della cooperazione internazionale ed è stato descritto da chi ha lavorato con lui come una persona molto preparata nel suo lavoro e nello stesso tempo molto accorta in quello che stava facendo.

Poco prima del suo sequestro, Lo Porto aveva fatto visita alla famiglia che risiede a Palermo nel quartiere Brancaccio. La morte di Lo Porto è avvenuta nello scorso mese di gennaio durante un attacco contro un compound di Al Qaeda, effettuato dalla Cia con l’utilizzo di droni, attacco nel quale è rimasto ucciso anche un altro prigioniero di nazionalità statunitense, Warren Weinstein, che era stato rapito nel 2011, ed il terrorista Amedh Farouq, uno dei leader del gruppo, vero obiettivo dell’attacco del drone.

Il premier Renzi ha comunicato di avere appreso la notizia nella giornata di ieri e di aver provveduto ad avvisare in primis la famiglia di Giovanni Lo Porto. Il presidente USA, Obama, ha parlato in televisione, assumendosi le colpe dell’accaduto, facendosi carico della responsabilità. Obama ha dichiarato che chi ha predisposto l’attacco non sapeva che nel compound fossero presenti anche degli ostaggi ed ha promesso di rendere pubbliche tutte le notizie sul caso.

L’amministrazione americana provvederà anche a risarcire le famiglie dei due ostaggi rimasti uccisi, ed Obama si è scusato personalmente, dichiarando di comprendere, come padre, la disperazione dei parenti delle vittime. Dopo la morte di Lo Porto rimane un solo altro italiano in mano ai terroristi come ostaggio, padre Dall’Oglio, rapito in Siria.

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