Misteri

Guerra: grandi potenze al lavoro per le armi di domani, tra pallottole tele-comandate e droni-squali

Che anche la guerra e le modalità con cui essa è condotta siano cambiate è sotto gli occhi di tutti. Basti pensare al fatto che oggi è difficile che un conflitto esploda in seguito ad una formale dichiarazione di guerra e di come gli stessi protagonisti dei conflitti siano mutati: non più uno Stato contro un altro, ma, il più delle volte, coalizioni di Stati sovrani che si battono contro gruppi terroristici o che usano la forza per evitare il compimento di crimini contro l’umanità nel corso di guerre civili scoppiate all’interno di un altro Stato.

Ebbene, i cambiamenti verificatesi dalla seconda metà del secolo scorso e nei primi anni di questo ventunesimo secolo hanno riguardato e riguardano anche le armi e i mezzi con cui le operazioni militari vengono condotte. E questo comparto, quello delle armi utilizzate nei conflitti, si appresta a fare un ulteriore salto nel futuro, grazie ad alcune società che lavorano per contro del ministero della difesa USA.
Uno dei progetti allo studio per conto del Pentagono è, ad esempio, una pallottola in grado di cambiare la propria traiettoria di tiro, la quale è stata studiata per i cecchini delle forze armate. La sua particolarità consiste nel fatto che è provvista di un sensore con cui può essere teleguidata dal tiratore che così, una volta esploso il colpo, potrà cambiarne la traiettoria per riuscire a centrare anche bersagli in movimento. Ovviamente c’è massima riservatezza sullo sviluppo di questo progetto, su cui la Difesa USA punta molto in considerazione del fatto che riuscire a creare un proiettile del genere potrebbe portare ad una svolta nelle operazioni, il più delle volte assai complesse, dei tiratori scelti delle forze armate americane, il cui utilizzo nei teatri della lotta al terrorismo, come Iraq ed Afghanistan, continua ad essere molto ampio.

La seconda arma che potrebbe rivoluzionare i conflitti del futuro e quelli attualmente in corso è una sorta di drone “marittimo“. Le sue movenze ricordano quelle di un tonno, ma la sua forma è esteticamente molto più inquietante, visto che sembra ricordare quella di uno squalo munito anche di pinna. A questo progetto, denominato “Silent Nemo” stanno lavorando diverse aziende e a quanto pare la versione finale di questo particolare drone dovrebbe essere capace di viaggiare ad una velocità di 40 nodi ed essere utilizzato per operazioni di spionaggio e di ricognizione in zone in cui è molto difficile penetrare. Secondo alcune fonti la versione definitiva di questa nuova arma potrebbe essere utilizzata anche nell’ambito delle operazioni di sminamento delle aree marittime circostanti alle navi.

Queste sono solo due delle armi che potrebbero presto fare la propria comparsa nei teatri di guerra e secondo diverse indiscrezioni altre sarebbero allo studio del Pentagono e non solo: anche le altre grandi potenze, come ad esempio Cina e Russia, sarebbero impegnate nella creazione di nuovi armamenti

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