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Il vignettista Luz di Charlie Hebdo abbandona il giornale

Dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni, arriva la conferma dello stesso vignettista di Charlie Hebdo”, Rénald Luzier, che lascerà il giornale. L’addio avverrà infatti nel mese di settembre, per permettere così al disegnatore di riprendere in mano la sua vita e superare le sue ossessioni.

La scelta non è di quelle semplici e dopo mesi di dubbi finalmente Luz ha deciso che era il momento di porre fine alle sue ossessioni sulla strage. La conferma arriva da parte del disegnatore durante un’intervista a Libération, dopo le indiscrezioni lanciate dalla testata Mediapart.fr.

Da sempre una delle colonne portanti del giornale satirico Charlie Hebdo, Luz aveva anche firmato la copertina del giorno della rinascita dopo l’attacco. La copertina, passata alla storia, ritraeva infatti una caricatura di Maometto con un foglia portante la scritta Je suis Charlie”, che da allora diventerà il grido di rinascita per tutti i dipendenti del giornale ma anche un messaggio di ottimismo contro l’odio Jihadista dei terroristi.

Già negli scorsi giorni, Luz aveva lasciato altre dichiarazioni che avevano fatto pensare ad un suo abbandono e che avevano sorpreso la Francia. Tra queste infatti fece soprattutto scalpore quella con cui il disegnatore aveva annunciato di non voler più disegnare Maometto. Dopo la strage infatti, tutto lo staff si è buttato a capofitto sul lavoro in modo da far uscire nuovi numeri di denuncia e satira attuale, ma il disegnatore aveva invece bisogno di tempo per metabolizzare.

Per i primi mesi Luz ha messo da parte tali sentimenti per poter aiutare il gruppo, ma ormai il lavoro è diventato troppo duro e Luz dice di aver bisogno di staccare con tali temi. Inoltre, durante la sua intervista ha spiegato come sia una tortura ogni notte rimanere sveglio convocando i suoi compagni, pensando magari a quello che avrebbero fatto loro per i nuovi numeri.

Negli ultimi mesi molti altri sono stati gli episodi che stanno scuotendo la stabilità di Charlie Hebdo. Un esempio è la polemica su Zineb El Rhazoui, ovvero la collaboratrice franco-marocchina, minacciata di licenziamento per grave colpa, che vive sottoscorta. La direzione ha poi cambiato in merito al suo allontanamento.

Per quanto riguarda invece i 4,3 milioni di euro raccolti dal giornale dopo la strage, questi verranno devoluti alle famiglie delle vittime attraverso un’attenta analisi da parte di una commissione designata dal Ministro della Giustizia.

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