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Iran e Usa insoliti alleati nella guerra all’Isis, conferme americane alla partecipazione di raid iraniani

Quella che è arrivata dal Ministero della difesa americano è una conferma che ufficializza voci che erano circolate negli ultimi giorni: l’aviazione di Teheran ha preso parte ad alcuni bombardamenti aerei condotti contro i miliziani dell’autoproclamato “Califfato islamico”. L’azione dei caccia iraniani, che potrebbe segnare una svolta nella guerra contro i terroristi islamici, ha avuto luogo in Iraq e si è concentrata in particolar modo nei dintorni di Diyala.

L’azione militare è la conferma di come il regime iraniano sia intenzionato a fornire il proprio contributo e il proprio sostegno al governo iracheno nella lotta per fermare l’avanzata dell’Isis e palesa una volta di più come Stati Uniti ed Iran stiano combattendo per un obiettivo comune, cosa impensabile solo fino a 12 mesi fa. La decisione di dare il via ad un’operazione con la propria aviazione è un ulteriore ampliamento del coinvolgimento dell’Iran nella guerra in corso: in seguito all’avanzata dei terroristi sunniti il regime aveva infatti inviato, all’inizio di quest’estate, alcuni esperti militari in Iraq con il compito di coordinare ed addestrare le forze che si oppongono ai miliziani dell’autoprloclamato “Califfato”. In seguito il regime iraniano ha dotato l’aviazione irachena di un discreto numero di Sukhoi con cui poter condurre bombardamenti aerei contro l’Isis e secondo alcuni analisti alla guida di questi caccia vi sarebbero stati anche militari iraniani.

Quanto sta accadendo in Iraq, con un coinvolgimento sempre più diretto dell’Iran, potrebbe senza dubbio creare più di qualche imbarazzo nell’amministrazione Obama, la quale si trova a doversi già destreggiare nel complicato scenario siriano, dove se da un lato rimane ferma l’ostilità ad Assad e il sostegno ai ribelli che vorrebbero rovesciare il suo regime, dall’altro collabora suo malgrado con le forze lealiste nei bombardamenti delle zone del Paese sotto il controllo dell’Isis. Inoltre, secondo alcuni analisti, vi sarebbe uno scambio continuo di informazioni di tipo logistico con le autorità militari siriane, per evitare scontri in volo tra i caccia di Assad e quelli della coalizione anti-Isis: il tutto per attaccare con la massima efficienza un nemico che, pur per ragioni diverse, risulta essere comune. Ebbene, la situazione che si è creata in Siria potrebbe secondo molto riproporsi anche in Iraq, dove sembra ormai in atto una collaborazione forzata tra Stati Uniti ed Iran. Tuttavia il Pentagono ha seccamente negato questa eventualità, anche se bisogna ricordare che lo stesso viene fatto quando ipotesi simili vengono avanzate per quel che concerne le azioni militari in Siria.

Tuttavia, un’ipotesi di collaborazione logistica con le autorità militari iraniane era stata avanzata addirittura da Kerry, il quale era poi stato costretto a ritrattare, affermando di essere stato maleinterpretato. I vertici della Difesa Usa non volevano, infatti, che si pensasse ad una collaborazione con chi spesso ha preparato attentati contro obiettivi americani. Tuttavia molte polemiche sono state sollevati da alcuni deputati del Congresso davanti a quella che è stata definita “una collaborazione tacita“. Dal canto suo Teheran ha proposto una sorta di baratto, offrendo:

“Un aiuto contro l’Isis in cambio di un’intesa sul nucleare vantaggiosa per il regime”.

Alla fine questa intesa non è arrivata, ma nonostante ciò Usa e Iran si trovano fianco a fianco contro il “Califfato”, cosa che per decenni appariva come un’ipotesi assurda.

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