Mondo

La musica come lingua comune, Berlino saluta i migranti con Mozart

Un popolo che ha perso tutto e che molto probabilmente non potrà mai più tornare tra le mura delle proprie abitazioni.

Duemila e duecento rifugiati che sono scappati dalla guerra e da un paese sotto assedio che non ricorda altro che morti, bombe e devastazione.
Il migrante ha portato con sé disperazione ed il mondo deve restituirgli speranza e voglia di rinascere.

È questo il motivo che ha spinto la Filarmonica di Berlino ad organizzare un concerto completamente gratuito in onore di tutti quei migranti che si sono riversati negli ultimi mesi nella capitale tedesca.
Il concerto è anche stato un modo per ringraziare tutti quei volontari che hanno lavorato così duramente nei centri di accoglienza e che hanno donato il loro tempo libero così altruisticamente verso persone che avevano bisogno del loro aiuto.

Tre sono stati i direttori d’eccezione per questa indimenticabile serata: Sir Simon Rattle, Daniel Barenboim ed Ivan Fischer.
Le parole in arabo di Martin Hoffmann, il sovrintendente della Filarmonica di Berlino, hanno aperto la serata accogliendo tutti i migranti ed i volontari accorsi al grande evento.

Il linguaggio della musica si comprende al di là della lingua e stasera siamo qui per dimostrarlo, benvenuti a Berlino.”

Sono più o meno queste le parole che hanno anticipato l’inizio del concerto.
Un modo per sentirsi tutti uniti e tenersi per mano in un momento fragile per la geopolitica mondiale. Una situazione instabile che rischia di sfociare nella continua devastazione di popoli, famiglie, città ed antichi siti storici ormai in pericolo.

Un concerto che insegna e vuole educare ad aprire gli occhi verso ciò che succede forse troppo lontano da noi per rendercene veramente conto.
Berlino ha dimostrato che basta un gesto per restituire speranza a chi l’ha drammaticamente persa.

L’esibizione, che ha svolto brani classici di Mozart, Prokofiev e Beethoven, ha accolto numerosi eccitati applausi e svariate standing ovation. Tra il pubblico si potevano vedere donne con il velo, bambini con maglioncini forse troppo grandi per loro ed adulti con gli occhi sognanti. Se gli organizzatori, con il patrocinio di Angela Merkel, sono riusciti a far dimenticare ai profughi disperati le loro angosce anche solo per un paio di ore, allora la missione è riuscita alla perfezione.