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Lombardia discarica d’Europa, la nuova Terra dei Fuochi tra Bergamo, Brescia e Milano

Benvenuti nella Terra dei fuochi…no, non state transitando per il casertano o le periferie del napoletano, ma ora è la Lombardia a rischiare seriamente di diventare la nuova “Terra dei fuochi” o almeno la sua versione rivista e corretta.

Nella pianura padana le grandi discariche hanno modificato il paesaggio, che sta  assumendo un’inconsueta fisionomia quasi collinare. I rifiuti arrivano in un’area che comprende parte della provincia di Milano, la zona di Bergamo e di Brescia e le cui propaggini arrivano a lambire la stessa Emilia Romagna. Arrivano prevalentemente a bordo di container, ma anche su vagoni, viaggiando su linee secondarie e quasi dismesse, che attraversano le zone industriali. Si tratta principalmente di ceneri, ma anche di scarti di demolizioni, rifiuti che contengono floruri, cianuri e bauxite. Quelli in arrivo dall’Australia, viaggiano su navi portacontainer e proseguono poi su camion. Un carico di questo tipo, sbarcato a Porto Marghera e destinato ad una zona in provincia di Brescia, è stato sequestrato, ma molti altri sono transitati senza problemi, nonostante le indagini che vengono portate avanti costantemente alla ricerca dei carichi sospetti e delle loro rotte per arrivare in Lombardia. Alcune associazioni a difesa dell’ambiente hanno diffuso stime sul numero di tonnellate dei scorie accumulate in provincia di Brescia dal dopoguerra fino ad oggi, parlando della cifra astronomica di  oltre 30 milioni.
Della vicenda dello smaltimento dei rifiuti e dei reati connessi, si sta occupando un pool di Magistrati che è stato voluto da Pier Luigi Maria Dall’Osso, procuratore generale di Brescia ed ex procuratore nazionale antimafia. Le inchieste in corso sono indirizzate principalmente alla zona di Montichiari, e vengono portate avanti anche con approfondimenti investigativi eseguiti dal corpo forestale dello Stato. Queste inchieste riguardano aziende che gestiscono discariche situate nella zona, una zona nella quale si concentra quasi il 50% della metallurgia nazionale “da rottame”, e lo smaltimento di queste scorie fino agli anni 80′ non sottostava ad alcuna regolamentazione. Si poteva entrare in fabbrica con un camion, prelevare i fanghi e le scorie e buttarli nella prima “buca” incontrata sul tragitto.

discariche

 

Se non bastasse, invece, ora il pericolo  è rappresentato anche dalle scorie che arrivano dall’estero, con gli inquirenti che hanno portato alla luce un traffico di rifiuti provenienti dalla Slovenia e dai Paesi dell’Est, ma anche dall’Australia, e diretto nella zona di Brescia.
Alla base di questo traffico ci sono una serie di “triangolazioni” societarie, alcune cartiere ed un giro di fatture false. Tutto questo comporta chiaramente rischi per la salute, con un’ incidenza dei tumori molto alta nella zona delle discariche, anche se non si hanno risultati certi, basati su indagini epidemiologiche sul territorio, che non sono state mai effettuate.
L’ambientalista bresciano Marino Ruzzenenti punta il dito su questo fatto, e ribadisce che da parte degli ambientalisti era partita una richiesta alle istituzioni sanitarie per una indagine di questo tipo ed una seconda all’Arpa  per verificare lo stato delle falde acquifere, indagini che sono state già svolte  dalla Asl e dall’Arpat di Mantova. Ruzzenenti dichiara di non voler creare inutili allarmismi, ma punta il dito verso i rischi per la salute causati da un territorio inquinato, nel quale sono stati individuati alcuni siti “radioattivi“, ed esistono rilevazioni che riguardano il cromo esavalente.

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La grande esperienza riguardo allo smaltimento, del territorio lombardo ( di seguito ulteriori tabelle esemplificative) e bresciano in particolare e la presenza in gran numero di discariche lecite, ed illecite, aggrava ancor di più la situazione, perché attrae le azioni criminali, sia per la sua vasta estensione, che per i costi ridotti, in un momento storico come questo, nel quale il problema dei rifiuti riguarda chiaramente molti Paesi.

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