Cronaca

Milano, c’era del tallio nella tisana-killer: gli inquirenti sulle tracce del presunto avvelenatore

TROVATE TRACCE DI TALLIO – Tracce del metallo-killer non erano state trovate nelle abitazioni di Nova Milanese e tanto meno in quella tenuta di campagna che le vittime avevano a Varno (Udine) ma, dopo alcune ricerche, gli inquirenti hanno finalmente scoperto dove si trovava il tallio che ha ucciso il 94enne Giovanni Battista Del Zotto, la consorte Gioia Pittana (91 anni) e la figlia Patrizia: il veleno contenuto in questo metallo era presente tra le erbe essiccate e usate dalla famiglia Del Zotto per preparare una tisana.

Il ritrovamento è stato fatto in una terrina rinvenuta nell’abitazione di Nova Milanese e, a seguito delle analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico di Torino, adesso comincia a serpeggiare anche l’ipotesi che il tallio sia stato messo di proposito dato che, oltre alle vittime, si contano anche cinque intossicati facenti parte invece di un altro nucleo familiare, i Palma.

L’INCHIESTA PER OMICIDIO COLPOSO – Tra le due famiglie, infatti, v’erano rapporti di parentela e sporadiche frequentazioni: all’apertura delle indagini si era pensato a un avvelenamento collettivo accidentale, causato dall’assunzione di cibo avariato o contaminato. E invece, nelle ultime ore, la scoperta delle tracce di tallio (metallo che non è facile reperire in natura, ma che è venduto online a prezzi esigui) cambia le carte in tavola.

Già dopo il ricovero dei Palma per intossicazione, il pm di Monza che coordina l’inchiesta ha cominciato a indirizzarsi verso l’ipotesi di un omicidio colposo: adesso è caccia al presunto avvelenatore dal momento che è improbabile che il tallio sia finito casualmente nelle erbe della tisana e, secondo fonti investigative, ci sarebbe già una pista dato che Patrizia Del Zotto, sin da piccola, era allergica ai metalli e quindi il killer potrebbe aver voluto colpire principalmente lei.

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