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Plutone: alte montagne e canyon profondissimi, New Orizons svela i segreti del nono pianeta

Qualche giorno fa i principali telegiornali, tra un aggiornamento relativo alla crisi greca e notizie in merito al caldo che imperversa sul nostro Paese, hanno ricordato agli appassionati di scienza il fantascientifico viaggio che sta compiendo la sonda New Horizons, diretta verso Plutone.

Ora, la stessa sonda è stata in grado di inviare le prime foto, che hanno già fatto il giro del pianeta, evidenziando la presenza sul suolo di montagne di dimensioni enormi e di canyon particolarmente profondi.
New Horizons è riuscita ad avvicinarsi al pianeta nano e alle sue Lune, trasmettendo  immagini in grado di affascinare e sorprendere. Sono già state effettuate le prime analisi, che hanno portato ad indicare come le montagne mostrate abbiano un’altezza simile a quella del Monviso. Per quanto riguarda i canyon, invece, la loro profondità sarebbe assimilabile a quella delle Fosse delle Marianne.
È stata posta in evidenza anche la presenza di una luna a forma di “patata”, la cui superficie sembrerebbe completamente coperta di ghiaccio. Ma il lavoro della sonda è appena iniziato, con altre sorprese che saranno rivelate agli occhi del Mondo nel corso dei prossimi mesi. Infatti, la sonda è costretta a trasmettere i dati raccolti con grande lentezza; in alcuni casi la velocità è inferiore a quella dei modem utilizzati prima dell’avvento dell’Adsl. È stato comunicato, infatti, che per giungere sulla Terra, un’immagine di 1024×1024 pixel può arrivare a richiedere anche un’ora di tempo.

Analizzando con maggiore dettaglio quanto giunto finora, le montagne si troverebbero all’equatore. La loro formazione sarebbe avvenuta in tempi recenti; questo, comunque, non ha impedito loro di raggiungere i 3500 metri di altezza e di essere ricoperte completamente di ghiaccio. Sono già state avanzate le prime ipotesi, tra le quali spicca quella che ritiene la zona come geologicamente attiva. In particolare, gli scienziati hanno ravvisato la relativa “giovinezza” delle montagne dal fatto che non sono presenti crateri. Addirittura, si sono sbilanciati dichiarando come quella scoperta sia una delle regioni più giovani tra tutte quelle conosciute all’interno del sistema solare.
Per quanto riguarda il materiale che compone le montagne, si è supposta la presenza di acqua e rocce. Considerando che le temperature del pianeta raggiungono anche i 220 gradi sottozero, è possibile comprendere come tali due elementi abbiano potuto arrivare a creare le stesse enormi montagne. Occorre ricordare come la parte restante della superficie di Plutone veda la presenza di metano e azoto. La sonda N

ew Horizons, oltre ad osservare, esaminare e fotografare Plutone, ha rivolto la sua attenzione anche a Caronte, uno dei satelliti naturali di Plutone, che risulta il più “massiccio” tra quelli scoperti finora. Su quest’ultimo è stata evidenziata la presenza di una regione scura di dimensioni rilevanti.
Le prime ipotesi in proposito indicano come possa trattarsi di un canyon capace di raggiungere una profondità di ben 9 mila metri. Fino ad oggi, il più grande Canyon avvistato nel sistema solare è la “Valles Marineris”, che si trova su Marte, lungo 4.000 chilometri e capace di arrivare ad una profondità di 10.000 metri.
Il viaggio della sonda è ancora lungo; la sua velocità di crociera di 50 mila chilometri all’ora la sta portando verso la zona esterna del sistema solare. Nei prossimi giorni proseguirà all’interno della fascia di Kuiper. In base a quanto osservato dal telescopio spaziale Hubble, sono 3 i corpi celesti che potranno essere incontrati lungo il cammino dalla sonda. Per sapere come quest’ultima possa rendersi utile in futuro, sarà necessario conoscere quanti fondi la NASA metterà a disposizione.
Nel caso in cui la missione riuscirà ad ottenere riconoscimenti tangibili dal punto di vista finanziario, nel 2019 potrebbe avere un nuovo incontro “ravvicinato”, seguito da altri ancora. Se continuerà ad operare nei prossimi anni, la sua fine dovrebbe essere simile a quella avvenuta per quattro delle sonde che l’hanno preceduta, ossia le Pioneer e le Voyager. Il suo destino, pertanto, è quello di immergersi nello spazio profondo interstellare.

Per ora, comunque, vista la lentezza della trasmissione delle immagini, sarà possibile godere di queste ultime ancora per diversi mesi. In base ai calcoli effettuati, infatti, passeranno circa 16 mesi prima che New Horizons termini di svelare alla Terra i segreti di Plutone. Una buona notizia sia per gli scienziati, che avranno ampio tempo a disposizione per analizzarli, che per i semplici appassionati di misteri dell’Universo, affascinati dal nostro sistema solare.

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