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Scoperto un secondo pianeta attorno alla stella più vicina alla Terra

Attorno a Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole sembrerebbe esserci un secondo pianeta, oltre a Proxima B, già scoperto in passato (nel 2016). Proxima Centauri è una stella che dista relativamente poco dal Sistema Solare, circa 4 anni luce e si trova verso la costellazione conosciuta come Centauro. Lo studio che parla della scoperta è stato pubblicato sulla rivista di astronomica Science Advances ed è stato seguito da Mario Damasso, ricercatore presso l’INAF (“Istituto Nazionale di Astrofisica”) di Torino con la coordinazione di Fabio del Sordo dell’Università di Creta ed il supporto della FORTH, la “Fondazione per Ricerca e Tecnologia”. Le osservazioni del sistema e la scoperta del Pianeta sono stati possibili grazie agli strumenti messi in dotazione dall’Osservatori Europeo Australe, che ha fornito al team numerosi apparecchi del VLT, il “Very Large Telescope”.

Il pianeta scoperto è stato denominato come Proxima C e si suppone la sua esistenza sulla base di alcuni cambiamenti ciclici e costanti sulla luminosità di Proxima Centauri. Anche quest’altro pianeta, così come Proxima B potrebbe apparire come una “sorella” della Terra. Secondo i dati raccolti, il pianeta si trova ad una distanza che è all’incirca una volta e mezza quella che intercorre tra Sole e Terra ed è stimata a più o meno 150 milioni di km. Proxima C, inoltre, avrebbe una massa molto più grande di quella del nostro pianeta (di ben 6 volte), motivo per il quale impiega molto più tempo per compiere un’orbita completa, con una stima di 5 anni più o meno.

I ricercatori hanno elaborato i dati raccolti affermando che saranno necessari ancora altri studi per poter dare conferma dell’esistenza reale di Proxima C. La scoperta di un altro pianeta potrebbe aiutare nello studio che riguarda la formazione dei pianeti piccoli che, a loro volta, ruotano attorno alle orbite di stelle con massa contenuta, come le cosiddette “nane rosse”, tra i corpi celesti più comuni dell’intero universo. Una volta determinata l’esistenza reale di Proxima C non resta che indagare sulla consistenza del pianeta e, perché no, sull’eventuale presenza di acqua e vita sulla superficie.