Serie TV

“Settimo Potere”. Per chi vuole sapere tutto ma proprio tutto sulle serie tv!

Chi è Alessia?

Sono una giornalista professionista, fanatica di serie televisive sin da quando ho memoria. Come gran parte dei colleghi ho fatto la gavetta nel mondo della cronaca (bianca e nera), attualmente mi occupo quasi esclusivamente di questa mia passione: sono regular contributor di due magazine del Gruppo Sky, Sky Life e Sky Seven Days, ho un blog sull’argomento sul quotidiano Linkiesta e ho un piccolo spazio settimanale per dire la mia sulle serie TV del momento su Radiophonica, la web-radio universitaria di Perugia. Questa è la risposta “professionale”. Quella di pancia, invece, è diversa: sono una addicted. Appassionata di serialità televisiva fino al midollo.

Com’è nata la tua prima creazione?

L’idea di scrivere Settimo Potere, un saggio sull’influenza delle serie televisive nella vita politica e sociale, è nata quasi per caso. Stavo guardando una puntata di Army Wives, una serie molto femminile incentrata sulla rigida vita militare e su come questa pesi sulle decisioni di chi sceglie l’esercito solo indirettamente, ovvero le mogli dei soldati. Ebbene, ero così immersa nella storia, nei personaggi, nelle vicende che mi sono ritrovata a sperare
che il Governo concedesse maggiori finanziamenti al fronte militare, per far sì che il Fort Marshall dove vivono le protagoniste non venisse chiuso. Mi sono accorta che la serie portava la mia mente a condividere ideali che non mi appartengono (sono più dell’idea di diminuire le spese militari) ma che sembravano giusti perché appoggiati dai miei
personaggi preferiti. Mi sono allora chiesta che influenza questa poteva avere su quel target (americano) di elettori non convinti, sugli indecisi, che sono poi quelli che assegnano la vittoria all’uno o all’altro partito. Da qui ho iniziato a guardare e riguardare le serie con aspetto critico, cercando di capire quali messaggi politici “velati” nascondono dietro alle diverse trame.

Perché hai deciso di titolare “Settimo Potere”?

In sociologia si tende a rivedere la divisione dei poteri di Montesquieu in modo metaforico: oltre ai tre principali (legislativo, esecutivo e giudiziario), si aggiungono un quarto, un quinto e un sesto potere, rispettivamente rappresentati dalla stampa, televisione e internet proprio per il loro ruolo prominente nella gestione e organizzazione di uno Stato. La capacità delle serie TV di influenzare, manipolare e creare idee è la stessa di stampa, tg
e internet, ma più potente perché si gioca tutta a livello subconscio. In America, dove la serialità televisiva è forte, le serie hanno un peso non da poco: condizionano la vita politica. Ecco perché sono a tutti gli effetti il settimo potere.

Settimo Potere è un libro indipendente pubblicato su Amazon. Come ti sei trovata?

Per me è stata una manna dal cielo: avevo tempistiche ridotte. Era un anno e mezzo che raccoglievo materiale, ma la decisione di scrivere per davvero (complici i tanti impegni lavorativi) è arrivata solo quest’estate. Tre mesi per formulare il tutto e il tempo pratico per cercarmi un editore non c’era perché mi ero posta una deadline: un mese prima delle elezioni americane. Nel libro infatti si fanno molti riferimenti alla campagna elettorale di Romney e Obama e a come l’attuale presidente abbia fatto della serialità televisiva un mezzo di propaganda. E di come, in riposta, le serie TV abbiano in più occasioni supportato il primo presidente nero della Storia degli States. Amazon quindi mi ha offerto una soluzione pratica ottimale: ma creare un libro indipendente è un lavoro serio. Oltre a
tutto il lavoro di scrittura sono necessarie tante ore per preparare il file in modo tale che rispetti tutte le caratteristiche tecniche richieste.

Quanto le serie tv influenzano la realtà e viceversa?

Più di quanto l’opinione pubblica possa pensare. L’elezione di Obama è stata in parte anticipata da un personaggio televisivo, il presidente di colore David Palmer in 24; alcuni temi sociali importanti passano per le serie TV, come i diritti delle coppie omosessuali (Modern Family, Glee ma anche il recentissimo The New Normal). Senza contare che
realtà e finzione spesso si sovrappongono in TV: ci sono molte serie costruite su eventi reali. E’ il caso di molti procedural polizieschi, che portano sul piccolo schermo fatti realmente accaduti.

Come le serie tv condizionano il dibattito politico americano?

L’attuale campagna elettorale di Romney e Obama ci offre un perfetto esempio: la convention democratica di Obama è stata supportata da personaggi noti al mondo delle serie TV: Eva Longoria (Desperate Housewives), Kerry Washington (Scandal) e in passato una grande supporter era stata niente meno che la bella Kate Walsh (Private Practice). Pro Romney invece s’è schierato Chuck Norris, che tutti ricorderanno essere il Walker Texas Ranger della TV. Obama ha inoltre usato la sua passione per le serie americane per creare un contatto con il suo elettorato: parlando di quanto ami Homeland e Modern Family ha empatizzato con il suo “pubblico”. Gli americani hanno smesso di immaginare il presidente Usa come un’entità astratta ma l’hanno visto come “uno di loro”. Un fenomeno che in Italia ha un precedente: quello di Silvio Berlusconi. Nel libro si analizza come il linguaggio sportivo calato nel mondo politico fatto dall’ex premier italiano ha avuto lo stesso scopo del linguaggio “televisivo” di Obama. Strumenti, in entrambi i casi, utilizzati per creare un contatto diretto, immediato, giovane con l’elettorato del proprio Paese.

Di seguito il link per il cartaceo http://www.amazon.it/Settimo-Potere-influenzano-sociale-politica/dp/1480030376/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1351520556&sr=8-1

 Questo invece per la versione kindle

Leave a Response