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Siria: raid russi su Qaryatain. Putin annuncia 3-4 mesi di azioni militari

Putin lo aveva annunciato e il passaggio dalle dichiarazioni all’azione non si è fatto attendere. I primi aerei da guerra hanno iniziato a bombardare Qaryatain 3 giorni fa, la città posta a nordest di Damasco.

In base alle prime informazioni rese note, gli attacchi avrebbero provocato dei morti tra i civili; si parla di 7 persone decedute, tra le quali rientrerebbero anche 2 bambini.
Nei giorni scorsi erano sorte  accese polemiche tra Stati Uniti e Mosca; in particolare, gli Americani accusavano la Russia di essere interessata a colpire più che le zone controllate da jihadisti, quelle occupate dai ribelli anti-Assad.

Qaryatain era diventata famosa nel corso del mese di Agosto; le immagini del monastero di Mar Elian, distrutto dall’Isis, avevano fatto il giro del Mondo. La città riveste una grande importanza strategica, in quanto collega Palmira alle vette di Qalamun. Inoltre, è situata all’interno di una zona che comprende giacimenti di gas molto importanti.
Conquistata la città, l’Isis aveva rapito un numero elevato di civili, circa 230; non solo uomini da impiegare nelle milizie, ma anche donne e bambini. Se 48 di loro sono stati rilasciati nei giorni successivi, 110 sono stati portati in provincia di Raqqa.

I raid, in base alle informazioni fornite da Alexei Pushkov (il Presidente della Commissione Esteri della “Duma”) avranno una durata compresa tra i 3 e i 4 mesi. Lo ha confermato nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente francese “Europe 1“. Questo periodo dedicato ai bombardamenti potrebbe anche essere ampliato nel caso in cui si verificassero dei problemi imprevisti.
Non sono solo gli Stati Uniti a manifestare dubbi sulla decisione assunta da Mosca. Anche Turchia e i Paesi della coalizione guidata dagli americani hanno chiesto a gran voce di cessare i bombardamenti. A tal proposito, è stato diramato un comunicato congiunto, che ha visto alle firme Francia, Germania, Gran Bretagna, Turchia e i Paesi alleati situati nel Golfo Persico. Nello stesso comunicato viene indicato come le azioni intraprese da Mosca rischiano di avere come unico risultato un ulteriore escalation del conflitto.

Il presidente francese Hollande incontrerà in giornata Putin per verificarne le vere intenzioni. In particolare, Hollande spera che la Russia rispetti quanto dichiarato in precedenza da Sergei Lavrov, ministro degli esteri, ossia che gli obiettivi russi non si discostino da quelli della coalizione. Lavrov aveva anche indicato come, ad essere colpito, sarà anche il Fronte di al Nusra, al capo del quale opera al Qaeda. Secondo quanto comunicato da Hollande, invece, i raid dovrebbero essere rivolti, da qualsiasi parti provengano, solamente contro Daesh, e non anche ad altri gruppi.
Da ricordare come, nelle ultime ore, anche Ramzan Kadyrov, leader ceceno, ha manifestato il suo desiderio di inviare in Siria le unità militari.
Nelle sue dichiarazioni ha affermato di aver giurato sul Corano di dedicare la vita alla lotta contro l’Isis. In realtà, l’appello di Kadyrov non sembra trovare l’approvazione delle parti coinvolte; il leader ceceno viene ritenuto un criminale, accusato di aver compiuto diverse atrocità nel corso degli ultimi anni. Nel frattempo, la Russia ha deciso di dislocare delle forze appartenenti alla Marina per proteggere la base aerea che si trova sul territorio.
Per le operazioni d’attacco, invece, dovrebbe essere utilizzata solamente l’aviazione.

Secondo fonti esterne, però, la Russia starebbe facendo uso di un supporto a terra, compresi nuclei appartenenti alle forze speciali e personale a contratto. Nelle ultime ore, notizie ufficiali del dipartimento della difesa, parlano di una possibile decisione del Pentagono di usare la forza per proteggere i ribelli anti-Assad. Verrebbero utilizzati i militari addestrati all’interno del territorio siriano. Questa ipotesi troverebbe applicazione solo nel caso in cui le forze in Siria dovessero essere attaccate dai raid Russi. Da Ash Carter, finora, nessun commento in proposito.
Nel frattempo, uno degli ultimi rapporti del Ministero della Difesa (MoD) al Cremlino ha evidenziato come Putin, attraverso un decreto, ha dato il via all’arruolamento di 150.000 soldati, che darà maggiore vigore alle forze armate.

Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Putin, ha voluto chiarire come si tratti di un documento che il presidente firma regolarmente per 2 volte l’anno, scongiurando che sia stata la presenza in Siria a determinare la sua adozione.

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