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Sky: questa sera al via “1992”, la serie tv su Tangentopoli e su un’Italia incapace di affrancarsi dalla corruzione

L’inchiesta portata avanti giunse alla scoperta di un giro di tangenti che coinvolse il mondo politico, portando al crollo di molti storici Partiti e aprendo ad una nuova (migliore?) epoca dello Stivale.  Da questa sera, 24 Marzo 2015, sui canali Sky (in particolare su Sky Atlantic Hd) sarà possibile rivivere quella convulsa stagione del Paese e a rivedere all’opera il pool “Mani Pulite” capitanato da Antonio di Pietro.

Concepita come un thriller, “1992” conterrà tutti gli elementi in grado di coinvolgere chi ha vissuto quegli anni, nel contempo riuscendo ad attirare coloro che sono nati successivamente e che non hanno potuto assistere a quel  vero e proprio “terremoto politico”. Nel corso delle puntate si assisterà nuovamente alla fine vissuta da Bettino Craxi, fino alle stragi di mafia e alla calata di Berlusconi sulla scena politica.

Per portare sullo schermo una vicenda tanto complessa ed articolata, Giuseppe Gagliardi ha potuto contare sull’aiuto di validi sceneggiatori quali Alessandro Fabbri, Stefano Sardo e Ludovica Rampoldi, che sono riusciti nella difficile impresa di affiancare dei personaggi che hanno fatto la storia (nel bene e nel male) di quegli anni ad altri personaggi di fantasia, necessari per assicurare una trama avvincente dall’inizio alla fine. Il produttore della fiction, Lorenzo Mieli, ha voluto sottolineare come la volontà, in fase di realizzazione, fosse quella di seguire la lezione impartita da James Ellroy, ossia mescolare finzione e realtà, fatti che hanno caratterizzato la cronaca del 1992 con sottotrame e ricatti che potessero apparire reali.

A ideare la serie è stato Stefano Accorsi; molti anni sono trascorsi dal film “L’ultimo bacio” che lo fece diventare una star del cinema nostrano. Accorsi, oggi quarantaquattrenne, ha affermato che l’esperienza di Tangentopoli, intersecando la sua gioventù, ha caratterizzato anche la sua vita.
L’idea, attraverso la fiction, era quella di riscoprire e di comprendere meglio cosa sia successo in quei mesi. L’attore, in “1992” è un pubblicitario spregiudicato, che si caratterizza per un’arroganza figlia del successo professionale raccolto. Tormentato da un passato misterioso, è consumato dalla volontà di vivere il presente in modo forsennato. Viene incaricato dal presidente di Publitalia di studiare cosa stia accadendo nel “profondo” della società italiana, indagando su quali saranno i nuovi protagonisti del mondo politico.

Nella fiction si assiste al passaggio traumatico e repentino dal vecchio al nuovo, con le figure di Magistrati e di appartenenti ad una Lega lontana dagli scandali che la scuoterà negli anni a venire, dipinti come i novelli salvatori della Patria, come i veri vincenti di un periodo che, in realtà, ha rappresentato una sconfitta per tutti gli Italiani, rappresentando il preludio di una stagione di speranze tradire, come i tanti scandali odierni ci fanno tristemente dover ammettere.
Si trovano personaggi come Pietro Bosco (che viene interpretato da Guido Caprino), tornato dalla guerra del Golfo, che viene eletto deputato della Lega senza neppure rendersene conto. Inviato a Roma, scoprirà di trovarsi in mezzo ad intrighi e trappole, trovandosi a fare i conti con le mille seduzioni della Capitale. Non riesce ad innamorarsi della politica finendo, però, per caderci dentro.

Domenico Diele interpreta, invece, un agente di polizia giudiziaria, che lavora assieme ad Antonio di Pietro e ha come unico fine quello della sete di giustizia. Quest’ultima finisce per diventare presto una sete di vendetta nei confronti di un industriale colpevole di avergli rovinato la vita. Il volto di Veronica Castello è quello dell’ex miss Italia Miriam Leone, che aspira a lavorare in tv ed è disposta a tutto pur di coronare il suo sogno.
Oltre a queste, sono altre le storie narrate in “1992”, che evidenziano sia l’ansia di cambiamento di quegli anni che l’irrefrenabile voglia di apparire. La Sinistra, curiosamente, lungo tutta la fiction fa la sua apparizione una volta sola; a rappresentarla è il candidato alla Camera Achille Occhetto, che appare spaurito all’interno di una giacchetta marrone che sembra opprimerlo. Quella che manca, nell’Italia di quei tempi, oltre alla Sinistra, sembra essere un’alternativa in grado di risollevare il Paese.

La corruzione lo attraversava(?) da Nord a Sud, impedendo a chiunque di pensare in modo positivo al futuro. Il Berlusconi che appare in “1992” sembra animato da una voglia di fare che continuerà negli anni a venire.
Lo spettatore si troverà a dover confrontare l’Italia di allora con quella di oggi, i vincitori usciti in quegli anni che sono diventati a loro volta perdenti negli anni a venire. Nel “nuovo inizio” che appare al termine della Fiction si possono già percepire i segni di una fine.

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