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Strage in Siria, colpiti ospedali e scuole. La Turchia accusa Mosca

Sono 50 le vittime dei raid aerei in Siria del 15 febbraio 2016, tra di loro ci sarebbe anche un neonato. L’Onu afferma che le strutture colpite dall’attacco sono 7: 5 ospedali nel nord del Paese e 2 scuole nelle province di Aleppo e Idlib.

Tra le strutture bersagliate c’è anche una clinica gestita dall’organizzazione Medici Senza Frontiere a Maarrat al Numani (in provincia di Idlib). Gli stessi membri di MSF sostengono che 4 missili avrebbero colpito l’ospedale a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro e le vittime confermate sarebbero 9 tra pazienti, guardie e personale medico.

Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha mosso pesanti accuse a Mosca, sostenendo che sarebbe stato proprio un missile russo a colpire un ospedale e una scuola. La Russia ha respinto a gran voce il suo coinvolgimento e ha richiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere della situazione.

Riyad Haddad, l’ambasciatore siriano in Russia, ha difeso la tesi dell’innocenza di Mosca, additando come colpevoli dei bombardamenti alcuni jet statunitensi.
Intanto l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha annunciato che la Turchia avrebbe permesso a un nutrito gruppo di militanti curdi di occupare la città di Tal Rifaat, nel nord della Siria.
Il 16 febbraio partiranno i primi aiuti umanitari per raggiungere le città sotto assedio.