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Volkswagen nella bufera e ora?

Ben 11 milioni di auto sotto accusa, il colosso Volkswagen ora trema per la vicenda che lo sta coinvolgendo. In soli due giorni il titolo ha perso in borsa ben un terzo del suo valore trascinando al ribasso tutti i listini europei. Ora comincia a serpeggiare il panico attorno alla Casa di Wolfsburg che fino a pochi giorni fa era considerata una delle regine dell’automobile, innovatrice e capostipite di quel Made in Germany che tanto ha avuto successo negli ultimi anni.

Il tutto è iniziato pochi giorni fa quando sono trapelate le notizie che negli Satati Uniti, Volkswagen ha falsato i dati delle emissioni del motore 2.0 TDI, per rientrare nei canoni sull’inquinamento vigenti oltreoceano. Il propulsore a gasolio sotto esame è uno dei più diffusi e collaudati al Mondo ed è ben noto anche nel nostro Paese.
Dalle ultime notizie sembra che siano già 11 milioni le auto sotto inchiesta ed altre potrebbero finirci. Pare infatti che siano stati manomessi anche i dati del motore 3.0 TDI che equipaggia auto di lusso del Gruppo Volkswagen come le Audi A4, A5 ed A6, i suv Q5 e Q7 ed addirittura anche la Porsche Macan.

Dagli U.S.A. lo scandalo si sta allargando a macchia d’olio in tutto il Mondo. Sembrerebbe che siano sotto esame anche vetture vendute in Corea del Sud, mentre il panico serpeggia anche in Europa. Gli ultimi rumors parlano del Governo Tedesco come a conoscenza dei fatti.
Per salvare la faccia sembra che Berlino stia per avviare un’inchiesta nei confronti di Volkswagen tramite il Ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt. Il drastico crollo dei consensi nei confronti di quello che è stato il Gruppo automobilistico campione di vendite ne 2014 sta contagiando tutta l’Unione Europea. Volkswagen verrà quasi certamente multata negli Stati Uniti (si parla di una cifra che potrebbe arrivare a 18 miliardi di dollari) e l’A.D Winterkorn, possibile dimissionario, ha già fatto accantonare 6,5 miliardi di dollari per risolvere la faccenda.

In Italia sale l’allarmismo, sono molti i consumatori che hanno scritto al servizio clienti Volkswagen o che si sono rivolti nei punti vendita per chiedere chiarimenti. Anche il ministro dei Trasporti Graziano Delrio potrebbe prendere dei seri provvedimenti se Volkswagen non dovesse far luce sulla vicenda. Ci sono a rischio moltissimi posti di lavoro sia in Germania dove le auto vengono prodotte, ma anche in tutti i Paesi dove le Volkswagen vengono vendute. Insomma possiamo dire che dagli Stati Uniti sta scaturendo un vero e proprio effetto domino che peserà fortemente nelle vendite future del gruppo tedesco.

Le normative anti inquinamento in Europa sono, secondo Volkswagen, rispettate dai suoi modelli che adottano il motore a gasolio TDI. Ora, però, tutti i paesi membri dell’Unione Europa vorranno avere maggiori garanzie a riguardo. Se una vettura è stata omologata secondo la norma attualmente in vigore (la Euro 6) e poi si scopre che la stessa automobile adotta un software che manomette i dati relativi al motore (in questo caso le emissioni inquinanti) allora tutte le sue “gemelle” dovranno essere ritirate dalla circolazione e dai punti vendita in attesa che la casa madre provveda a bonificare il problema.

Intanto, come se non bastasse, il 2 ottobre prossimo Altroconsumo, insieme ad altre organizzazioni che vigilano per la tutela di chi acquista automobili, porteranno Volkswagen (insieme ad altre case automobilistiche) in Tribunale a Venezia per risolvere la diatriba riguardante la differenza tra i dati sui consumi che vengono omologati e quelli che si hanno poi nella realtà. Il caso preso in esame a fine 2014 riguardava una Volkswagen Golf 1.6 TDI BlueMotion con 105 CV (77 kW) che confrontata con i dati dichiarati dalla Casa, ha presentato livelli di consumi ed emissioni più alti addirittura del 50%. Secondo i consumatori che hanno dato vita ad una class action questa pratica è scorretta e deve essere risolta.

Ultima nota stonata della vicenda riguarda il fatto che anche a Bruxelles sembra si sapesse tutto a riguardo della vicenda Volkswagen. Comincia dunque ad aleggiare qualche sospetto che non solo Volkswagen abbia fatto finta di nulla presentando dati errati, ma forse potrebbero essere coinvolte altre case produttrici di automobili.
Resta il fatto che in questi ultimi giorni la vicenda sta davvero smontando il mito di affidabilità e precisione tedesca che tanto hanno caratterizzato Volkswagen negli ultimi anni. Il motto utilizzato per diverse campagne pubblicitarie “Das Auto” sarà ancora vero? Restiamo in attesa di ulteriori risvolti della faccenda.

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