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Kim Jong-un è in coma: la sorella a capo della Corea del Nord

Di tanto in tanto Kim Jong-un torna a far parlare di sé, specialmente quando si alimentano venti di guerra con gli Stati Uniti d’America. In questo caso, però, i conflitti bellici non c’entrano affatto. Da qualche giorno, infatti, il leader e dittatore nordcoreano sarebbe entrato in coma per problemi di salute.

Non è la prima volta che Kim Jong-un si assenta dai compiti politici che lo riguardano. Lo scorso aprile, in piena pandemia da coronavirus, il leader era “scomparso dai radar” per un periodo di tre settimane, tra metà aprile e i primi di maggio, anche in quel caso per probabili motivi di salute.

In quel frangente si è parlato di un possibile decesso del dittatore causato da un intervento al cuore malriuscito, ma la sua ricomparsa in pubblico nel maggio 2020, in occasione di un evento commemorativo per il nonno defunto, ha eliminato qualsiasi voce di un suo possibile decesso.

Tuttavia, in questi giorni la sua condizione fisica si sarebbe nuovamente aggravata. Sono poche le notizie che trapelano dallo Stato nordcoreano, ma un collaboratore di Kim Dae-jung, ex presidente sudcoreano, ha affermato che il passaggio dei poteri politici dal leader alla sorella è indice di un problema grave.

Va precisato, però, che la successione ereditaria della linea di potere non è ancora avvenuta a tutti gli effetti. Ciò avverrebbe solamente nel caso in cui il dittatore sarebbe a un passo dalla morte. Difficile determinare i tratti effettivi della vicenda: qualche giorno fa, gli organi di stampa nordcoreani hanno annunciato che il dittatore avrebbe lasciato alcuni compiti alla sorella, mantenendo, allo stesso tempo, il potere assoluto ereditato alla morte del padre, Kim Jong-il.

Eventuali sviluppi, qualora avvenissero, potrebbero giungere alla stampa estera con un certo ritardo, viste le poche informazioni che pervengono dagli organi di stampa nordcoreani.