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La copertina di Crozza, tra Marchionne e Jobs Act – DiMartedì, puntata del 24 febbraio

Il binomio Floris-Crozza è ormai collaudato e non v’è programma del giornalista che non si apra con la classica “copertina” satirica del comico genovese Maurizio Crozza. Questa volta, a finire nel mirino di Crozza, è stato il Jobs Act, la tanto discussa riforma del lavoro ottenuta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, contrastata dai sindacati e appoggiata dagli imprenditori.

Tra i più accesi sostenitori delle nuove norme che regoleranno il mercato del lavoro vi è Sergio Marchionne, presidente Ferrari e amministratore delegato di Fiat-Chrysler. Fatto sta che proprio Marchionne sia uno dei personaggi più riusciti di Crozza, che non ha perso occasione per mettere in scena l’imitazione del manager italiano e dei suoi pensieri sulla riforma.

Crozza ha esordito parlando in inglese con una frase molto esplicita: “He did it!“, (“C’è riuscito!”), in riferimento al pacchetto di riforme approvato in Parlamento, e ha imitato il gesto dell’applauso, con tanto di “Clap, clap” annesso, per onorare a dovere il Premier, definito “a mait“, un mito, “come la Audi”!

Dopo essersi definito “sbalordito” per i vantaggi ottenuti dagli imprenditori, che per ogni nuova assunzione risparmieranno fino a 8.000€ di contributi, il Marchionne di Crozza ha affermato di aver provveduto ad assumere in giornata 24.000 operai a Termini Imerese:

“Sa cosa vuol dire montare il cofano della Panda in 1000?”!

Dopo questo iniziale entusiasmo però, Marchionne-Crozza, è stato portato a riflettere dalla solita voce fuori campo che interloquisce con lui durante le copertine, che gli ha chiesto:

“Cosa succederà una volta scaduti i 3 anni per cui è prevista la decontribuzione?”,

la risposta dell’imprenditore interpretato dal comico non ammette repliche:

“Una mazzata! Una mattanza! Non se ne salva uno, anzi..uno sì: Io!”.

Tolta la parrucca di Marchionne, Crozza è tornato a indossare i suoi panni, focalizzandosi sul disequilibrio nel rapporto tra datori di lavoro e lavoratori, che vedrà gli imprenditori liberi di licenziare a piacimento i propri dipendenti, definendo la riforma una

“dose di morfina per i precari: per 36 mesi sentiranno meno dolore!”.

Infine, Crozza si è focalizzato su Renzi, definendo il Premier un “uomo solo al comando”, tracciando delle inquietanti similitudini con la parabola di Hitler, e spiegando che il suo unico rivale, Berlusconi, è nuovamente impelagato nelle vicende delle “olgettine“. Del resto, nella settimana degli Oscar a “Birdman”,

“anche il nostro uomo-uccello torna agli onori delle cronache!”

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