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Romania elezioni: ballottaggio Ponta-Iohannis, alle urne solo un Rumeno su 2

In Romania si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali attraverso le quali gli elettori e le elettrici del Paese, che è tornato alla democrazia da poco più di 20 anni, hanno dovuto scegliere il successore di Basescu, che non ha potuto correre in quanto quello appena terminato era il secondo e ultimo mandato.

Queste elezioni, che si sono svolte a breve distanza dal voto per le europee, erano molto sentite anche in conseguenza delle gravi tensioni istituzionali che hanno segnato recentemente il Paese, tensioni che hanno visto protagonisti l’ex Presidente e uno dei candidati a questa tornata elettorale, ovvero il primo ministro Victor Ponta, esponente di punta del partito socialdemocratico. Per avere una misura delle  tensioni (dovute a diverse visioni inerentemente alla ripartizione dei poteri tra Presidente e Primo Ministro) di cui le istituzioni romene sono state vittima basti pensare che due anni fa si è arrivati all’avvio di una procedura di destituzione del Capo dello Stato, esautorazione poi non giunta a compimento in conseguenza del mancato raggiungimento del quorum di votanti necessari al referendum confermativo.

Ebbene, i Romeni saranno chiamati al ballottaggio, che si svolgerà tra due settimane. Nessuno dei candidati in lizza, infatti, come da previsioni degli analisti, ha  raggiunto la maggioranza dei voti che gli avrebbe dato modo di vincere al primo turno. Al ballottaggio andranno Victor Ponta e Klaus Iohannis. Il primo, che come detto è l’attuale Primo Ministro romeno, ha ottenuto il 39,5% dei voti e si è quindi confermato nel ruolo di maggiore favorito per la vittoria finale, anche se i sondaggi lo davano sopra il 40%. La sua campagna elettorale è stata fortemente indirizzata nel fare leva sui sentimenti nazionalisti: tra i suoi cavalli di battaglia vi è infatti stato quello della cosiddetta “Grande Romania“: il quarantaduenne Premier. Altri temi portanti sono stati l’appartenenza all’etnia romena e alla fede ortodossa, in contrapposizione a colui che sarà suo avversario nel ballottaggio.
Klaus Iohannis, nato nel 1959, sarà colui che cercherà di ribaltare tutti i sondaggi, che danno l’esponente del partito di centrosinistra nettamente favorito per la vittoria finale. Rappresentante della minoranza tedesca è molto conosciuto per quanto fatto da primo cittadino di Sibiu, essendo riuscito a modernizzarla e a renderla “Capitale Europea della Cultura” nel 2007. L’esponente dei maggiori partiti di centrodestra ha ottenuto un risultato al di sopra delle aspettative, attestandosi al 30,1%.
Tutti gli altri candidati hanno ottenuto percentuali molto basse e senza dubbio il risultato che fa più rumore è il 6% di voti raccolto dall’ex Pimo ministro Calin Popescu Tariceanu, che sperava in un risultato sicuramente diverso. Ora l’appuntamento è per il 16 Novembre e la campagna elettorale per il secondo e decisivo turno si preannuncia infuocata: Ponta punterà sui temi del nazionalismo e degli interventi a livello sociale, che nelle sue intenzioni si sostanzieranno nell’abbassamento della pressione fiscale e nell’innalzamento delle pensioni.

Il voto, a cui erano chiamati 18 milioni di persone, ha visto recarsi alle urne poco più del 50% degli aventi diritto, a conferma di una certa sfiducia, costante attuale un po’ in  tutti i Paesi occidentali,   da parte dei Romeni nei confronti delle istituzioni: non a caso i temi che hanno caratterizzato la campagna elettorale di uno dei paesi più poveri dell’area “euro”, sono stati, in particolare, i rimedi contro la corruzione, uno dei mali del paese, e l’indipendenza del potere giudiziario.

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