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Scontri nel Sinai tra jihadisti ed esercito con oltre 100 morti

E’ ancora guerra in Egitto, e precisamente nel Sinai, tra le truppe dell’esercito regolare egiziano ed i miliziani jihadisti che hanno attaccato in contemporanea le basi dell’esercito che si trovano nella zona. Attacchi che sono stati respinti dai militari egiziani, che hanno comunicato di avere ucciso nel corso di una intera giornata di combattimenti altre 100 miliziani.

Nello stesso tempo si sono registrate delle vittime anche nelle file dell’esercito, 17 uomini, 4 dei quali ufficiali. Per rispondere agli attacchi portati dai terroristi, l’esercito ha utilizzato anche dei mezzi dell’aviazione egiziana, che hanno bombardato i miliziani dell’Isis. Oltre ai jet del tipo F-16, nelle operazioni sono stati utilizzati anche degli elicotteri Apache. Nella nota diramata dall’esercito, si dice che i combattimenti continueranno sino alla completa distruzione delle milizie che hanno sferrato gli attacchi, la rivendicazione dei quali è stata fatta da un gruppo di miliziani che ha autoproclamato la “Provincia del Sinai”, nell’ambito dello Stato Islamico.

Secondo le dichiarazioni di questo gruppo di miliziani, gli attacchi sono stati scagliati contro 15 diverse postazioni dell’esercito regolare, tutte dislocate nell’area del Sinai. Oltre a questi attacchi, ne sono stati eseguiti altri con l’utilizzo di kamikaze. La zona dove si concentrano maggiormente gli scontri si trova vicino alla striscia di Gaza e precisamente alle località di Rafah e di Sheikh Zuweid. Prima degli attacchi contro le postazioni dell’esercito si era registrato un attentato, portato a termine contro una stazione della polizia situata a circa 20 chilometri dalla capitale egiziana, cittadella “6 ottobre”. L’attentato era in risposta ad un blitz che era stato effettuato dalla polizia nel quale erano state uccise nove persone.

Due giorni prima al Cairo si era registrato l’assassinio di Hisham Barakat, procuratore generale ed uno dei magistrati maggiormente interessati nella repressione degli estremisti islamici, che è stata avviata da Abdel Fattah Al Sisi, l’attuale presidente egiziano. Un quotidiano egiziano, Al-Ahram, ha scritto che i miliziani hanno sparato anche dei colpi di mortaio contro le postazioni dell’esercito e della polizia, ai quali i militari hanno reagito. I miliziani parlano di diverse dozzine di vittime tra i militari, ed anche Ibrahim Mahlab, premier egiziano, dichiarando che il suo paese è in “stato di guerra”, annuncia nuove misure contro i miliziani.

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