Mondo

Siria, 3 mila miliziani depongono le armi: i ribelli si sono arresi

I MILIZIANI RIBELLI DEPONGONO LE ARMI – Dopo i reciproci segnali di voler cercare un’intesa che i due schieramenti si erano mandati negli scorsi giorni, la complicata situazione in Siria potrebbe essere giunta a un punto di svolta: è ancora troppo presto per poter parlare di una road map che porti alla fine del conflitto, ma quanto accaduto nelle ultime ore potrebbe evitare ulteriori spargimenti di sangue.

Stando a quanto battuto dall’agenzia di stampa russa TASS (Telegrafnoe Agentstvo Svjazi i Soobšenija), circa 3 mila miliziani ribelli avrebbero infatti cominciato a deporre le armi nei pressi della capitale siriana Damasco: le truppe hanno accettando di arrendersi dopo una lunga resistenza, aderendo al “cessate il fuoco” e seguendo le indicazioni dei negoziati che, nel frattempo, non erano mai stati interrotti.

L’ACCORDO PER LA RESA E LA SODDISFAZIONE RUSSA – I dettagli della notizia, se confermati, implicherebbero dunque l’avvio di una possibile tregua tra il governo centrale di Damasco e le forze che si oppongono invece al presidente Bashar al-Assad. Le armi sarebbero state deposte nella località di Khan al-Sheikh, centro nelle vicinanze della capitale del Paese, con la promessa che tutti i ribelli non sarebbero stati presi in consegna dall’esercito regolare ma fosse concessa loro la possibilità di tornare a casa. A tale scopo sono stati predisposti ben 52 autobus che dovrebbero riportare i miliziani presso le proprie famiglie, nella provincia nord-occidentale di Idlib, al confine con la Turchia.

Il colonnello russo Alexei Leshchenko ha espresso soddisfazione per l’accordo, spiegando che è arrivato solo al termine di un difficile negoziato e che i ribelli hanno deposto 500 tra armi da fuoco e mortai: identica situazione si potrebbe verificare a breve anche ad Aleppo dove, secondo fonti del locale Osservatorio per i Diritti Umani, l’esercito siriano starebbe per riprendere il pieno controllo della città dopo lunghi mesi di assedio e bombardamenti.

1 Comment

Comments are closed.