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Tunisia: dopo l’attentato a Sousse arrestati alcuni sospettati

LA RISPOSTA DELLA TUNISIA – Duro giro di vite in Tunisia contro il terrorismo di matrice islamica. Dopo la strage di turisti stranieri dello scorso 26 giugno sulla spiaggia di Hammam-Sousse, sono stati effettuati i primi arresti e qualcuno comincia a parlare di una vera e propria cellula terroristica che avrebbe la sua base proprio nel Paese nordafricano.

L’ipotesi di chi sta indagando è che Seifeddine Rezgui, il 24enne esecutore materiale del massacro di 38 persone presso il resort ‘Imperial Marhaba’, non abbia agito da solo: secondo le prime ricostruzioni, la mattina dell’attentato il ragazzo sarebbe arrivato alla spiaggia antistante l’hotel in auto, probabilmente guidata dai suoi complici. Anche per questo motivo le autorità del governo di Tunisi hanno immediatamente disposto l’impiego di circa 1000 uomini armati, una sorta di ‘polizia turistica’ posta a difesa dei resort turistici e hanno successivamente proceduto all’arresto di sette uomini, sospettati di essere coinvolti nei fatti di Sousse.

LA CELLULA TERRORISTICA TUNISINA 

“Abbiamo già arrestato un significativo numero di persone facenti parte della rete che è dietro questo attentato criminale”,

ha spiegato Najem Gharsalli, il Ministro degli Interni tunisino. E, secondo alcune notizie che sono trapelate sulla stampa locale, pare che si tratti solo dell’inizio: infatti, secondo i vertici del Governo, sarebbero molti di più gli individui coinvolti, tutti aderenti a una cellula terroristica di matrice islamica da tempo operante nel Paese.

Il Ministro non ha fornito tuttavia ulteriori dettagli, ma si è limitato a promettere che “verranno presto scovate tutte le persone coinvolte”. In collaborazione con alcuni uomini di Scotland Yard, la polizia tunisina sa infatti verificando l’ipotesi che Rezgui possa aver trascorso, in passato, un periodo di addestramento nei famigerati campi dell’ISIL (lo Stato Islamico del Levante) in Libia, prima di passare alla pianificazione della sua azione criminale.

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