Auto

Auto: niente patente a chi soffre di disturbi del sonno

Negli ultimi mesi sembra essere aumentato l’interesse in merito alla sicurezza delle vetture, con l’obiettivo di ridurre il numero di incidenti stradali e, di conseguenza, le vittime e i feriti.

Pochi giorni fa, è stata diffusa la notizia relativa al dispositivo noto come “eCall“, che diventerà obbligatorio in tutta Europa a partire dal 2018 e che permetterà alla stessa vettura di effettuare una chiamata di emergenza in caso di incidenti particolarmente gravi.
Ora arriva una nuova notizia che ha come destinatari coloro che sono soggetti a patologie legate al sonno. In particolare, per tali persone potrebbe diventare a rischio la stessa patente.
Per il prossimo anno, infatti, è attesa l’entrata in vigore della direttiva europea “n.2014/85/UE”, del Luglio 2014. Quest’ultima impone agli Stati membri, entro la fine del 2015, di rendere obbligatori degli interventi diagnostici, ma anche terapeutici e di “follow up” prima di rilasciare la patente a chi soffre di tali patologie. Sarà una condizione necessaria per ottenere l’idoneità psico-fisica alla guida; in particolare, tali esami saranno rivolti a quei conducenti che sono sospettati di avere la “OSAS”, ossia la “Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno“. Gli Stati europei, però, si troveranno nella difficile posizione di far conciliare gli obiettivi stessi della direttiva con le modalità attualmente utilizzate per rilasciare le patenti. Proprio questo potrebbe far sorgere dei problemi, che si tradurrebbero in gravi disservizi sia per i trasporti pubblici che per quelli privati.

Tornando all’OSAS, si tratta di una “malattia respiratoria del sonno“, che porta ad episodi ripetuti di ostruzione (sia in forma completa che parziale) delle alte vie respiratorie. Proprio a causa di tali difficoltà respiratorie, il sonno viene “frammentato”, rendendo il riposo difficoltoso e, di conseguenza, portando il soggetto a manifestare una sonnolenza diurna più o meno evidente. È una patologia che viene spesso sottovalutata e che molte persone non si rendono neppure conto di avere. Ad ogni modo, è piuttosto semplice da diagnosticare e da curare; il suo impatto socio-sanitario è simile a quello del diabete, portando ad importanti risvolti sia per quanto riguarda l’aspetto medico legale che per quello assicurativo.
È importante considerare come circa il 22% degli incidenti che hanno luogo nel nostro Paese sono connessi a problemi di sonnolenza diurna, in particolare a quelli causati dall’OSAS. In termini monetari questo si traduce in costi di 1 miliardo di euro ogni anno. È stato stimato che sono più di 4.400.000 le persone che sono soggette ad apnee notturne; quasi la metà di tali soggetti ha ripercussioni anche durante il giorno. Colpisce con maggiore frequenza persone di sesso maschile.

Relativamente al numero di sinistri provocati dalla patologia si parla di circa 40.000 sinistri in Italia; considerando l’intera Unione Europea si arriva all’importante numero di 240.000 incidenti. Non a caso i medici specialisti definiscono tale patologia un’epidemia silente. Oltre a provocare un’eccessiva sonnolenza anche durante il giorno, infatti, può costituire anche un fattore di rischio. Viene associata, non a caso, ad altre malattie molto diffuse come l’obesità, l’ictus, l’infarto e i disturbi cognitivi, ossia alcune delle cause di mortalità più diffuse.
Dall’anno prossimo, pertanto, verrà richiesta un’attenta valutazione nel corso della visita di idoneità, volta a ricercare i principali sintomi.

Leave a Response