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Bollo auto 2015: cosa cambia per i proprietari di auto storiche?

Il pagamento del bollo auto per il 2015 ha portato novità riguardo alle esenzioni che erano garantite per le autovetture storiche.

Infatti i possessori di auto iscritte all’Asi, l’Automobil club storico, oppure che facevano parte dei registri storici italiani di tre marche, Alfa Romeo, Fiat e Lancia, erano esentati dal pagamento del bollo. Con la nuova legge finanziaria, questa esenzione è stata annullata, e quindi anche queste auto sono obbligate, con l’anno in corso, al pagamento del bollo, a meno che abbiano superato i 30 anni dalla data di immatricolazione. Una variazione che va ad incidere sul bilancio di molti automobilisti, che si trovano così a far fronte ad una spesa imprevista.
Questo taglio lineare è dovuto al fatto che il numero di auto iscritte all’Asi era aumentato in modo esponenziale negli ultimi 4 / 5 anni , comprendendo anche auto che, difficilmente, possono essere considerate tali da presentare un valore storico, spesso utilizzate per lavoro, abbattendo così le spese di gestione per i proprietari.
Inoltre, prevalentemente, si tratta di auto di vecchia generazione notevolmente più inquinanti delle macchine nuove, traducendosi in un evidente danno per l’ambiente.
In origine l’esenzione era stata “pensata” come un aiuto per i possessori di auto dal vero “valore storico“, come quelle detenute dai collezionisti, auto che sostano per la maggior parte nei garage dei proprietari o nelle mostre, e sono utilizzate solo in occasione dei raduni dei vari modelli o dei registri storici.
Un provvedimento comprensibile da un lato, ma che rischia di assestare un colpo letale a questo settore e, soprattutto, a tutte quella attività, dai meccanici, ai carrozzieri, ai ricambisti, che orbitano intorno.

La norma che ha modificato il diritto alle esenzioni, ha comunque lasciato aperto uno spiraglio, dando la possibilità alle varie Regioni italiane di decidere in autonomia se mantenere le esenzioni per le auto immatricolate nel loro territorio di competenza. In effetti alcune regioni si sono mosse in modo autonomo, e ad esempio la Lombardia ha già deciso di mantenere l’esenzione, così come altre regioni quali Veneto, la Liguria e l’Emilia Romagna stanno pensando di fare lo stesso.
Queste decisioni fanno seguito ad una serie di controversie che si erano avute anche in fase di dibattimento, dato che si erano già levate molte voci contro questa modifica alla normativa. In molti casi le regioni stesse hanno appurato come la riscossione del bollo per queste auto comporterebbe un aumento limitato per le casse regionali, a fronte di un’ondata di problemi e proteste da parte di molte persone. Vista la posizione di molte regioni, l’Asi sta spingendo perché, a valle di una discussione con i vari rappresentanti degli enti locali, si possa riuscire a portare una richiesta di revisione generale al Governo, con misure alternative, come potrebbe essere ad esempio una “lista chiusa“. Secondo l’Asi l’introito totale che si otterrebbe con questa nuova norma sarebbe di 7 milioni di euro, mentre gli effetti negativi sull’economia del settore sarebbero ben più alti. Di tutt’altro avviso, al contrario, l’Aci che aveva fatto presente, già nello scorso mese di Luglio, come su un totale di 4 milioni di veicoli esentati, solo il 20%, e cioè 800 mila vetture rivestano un vero “interesse storico”, definendo le restanti 3 milioni e 200 mila vetture dei “rottami inquinanti“, e che la loro effettiva rottamazione arrecherebbe solo vantaggio per l’ambiente, favorendo un fisiologico ricambio.
A fronte di tutto c’è da ricordare che il prossimo 31 Gennaio resta comunque la scadenza entro la quale pagare il “bollo”, delle auto per le quali è scaduto lo scorso 31 Dicembre, e molti dei possessori di auto storiche stanno ancora alla finestra in attesa di un chiarimento che tarda ad arrivare.

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