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Corea del Sud: condannato a 5 anni il numero 2 della Samsung

Scandalo corruzione in Corea del Sud, dove è stato condannato ad una pena di 5 anni il vice presidente della Samsung, Lee Jae-yong. Oltre ad essere il futuro numero uno 1 della Samsung, azienda conosciuta in tutto il mondo, e non soltanto per essere la produttrice di smartphone e tablet, Lee Jae-yong è anche uno degli uomini più ricchi della Corea del Sud. La sentenza del processo è arrivata proprio in concomitanza con l’uscita del nuovo Galaxy Note 8, con cui Samsung ha lanciato la sua personale sfida alla Apple, che presenterà a settembre l’iPhone del decennale.

Le accuse rivolte all’ex numero 2 della Samsung sono gravi, tanto più se accostate ad un dirigente d’alto profilo quale è Lee Jae-yong. La corte, oltre che di corruzione, accusa l’uomo di trasferimento illegale all’estero di asset dell’azienda e di aver testimoniato il falso. Accuse infamanti, che rientrano in un processo ancora più grande, che pochi mesi prima aveva visto coinvolta l’ex presidentessa del Paese, Park Geun-hye, destituita dal suo incarico a seguito dell’incriminazione.

I legali di Lee Jae-yong, a seguito del pronunciamento della corte, hanno informato la stampa che presenteranno ricorso, fiduciosi sul fatto che possano ottenere un’ulteriore diminuzione della pena, senza arrivare però alla definitiva riabilitazione. Rispetto alle richieste dell’accusa, che aveva presentato una condanna pari a 12 anni per il vice direttore della Samsung Electronics, gli avvocati possono ritenersi ugualmente soddisfatti dei 7 anni di sconto già ricevuti, ma puntano ad una riduzione ancora più forte.

Al momento, la Corea del Sud è un Paese che, oltre a convivere con la minaccia della Corea del Nord, ha fatto i conti con una campagna elettorale dai toni accesi, conclusasi soltanto di recente. Moon Jae-in, il nuovo presidente del Paese, ha promesso che non vi sarà alcun tipo di trattamento di favore nei confronti dei direttori di grande aziende, qual è il caso ad esempio di Lee Jae-yong, vice presidente della Samsung. La sentenza di ieri non fa altro che confermare il nuovo corso dello Stato.