Scienze e Tech

Gli devono un grazie medicina, astronomia e tecnologia. Addio a Charles Townes, inventore del laser

La conferma è stata data dall’Università di Berkeley, in California, nella quale Charles era ancora professore emerito.
Il suo grande lavoro iniziò durante la Seconda Guerra Mondiale, quando diede un grosso contributo alla nascita di innovativi sistemi radar. Fin da giovane, divenne professiore di fisica presso l’Università della Columbia. Improvvisamente, iniziò ad ideare il maser, antenato del più moderno laser. Tutto nacque mentre Townes era seduto su una panchina di Washington ed iniziò a gettare sul suo blocchetto una serie di appunti per creare un rivoluzionario sistema di amplificazione molecolare. Come quasi tutte le grandi invenzioni, anche questa fu inizialmente poco considerata, con fisici di spicco come Bohr e Van Nieumann che dubitavano della sua effettiva realizzazione e della conseguente utilità.

Nel 1953, dopo la riuscita del suo primo esperimento, fu in grado di realizzare il primo maser della storia, con l’utilizzo di particolari emissioni scaturite da un raggio di molecole. Ottenne quindi la medaglia per la fisica, ma non si fermò qui. Townes cercò di rinnovare la sua creazione e renderla sempre più potente, oltrepassando anche le microonde.
E dal maser, nacque il famosissimo laser, costruito per la prima volta nel 1960 dallo scienziato Theodore Maiman. Una scoperta che segnerà la storia della scienza e della vita comune di tutti. Nel corso degli anni, il laser fu sempre più utilizzato e divenne assolutamente conveniente. Oggi il laser è immancabile per i CD, i DVD, le stampanti, i codici a barre. Anche gli astronomi ne fanno un uso cospicuo per effettuare un calcolo preciso delle distanze. Persino la distanza tra Terra e Luna è stata resa possibile grazie al laser, con un margine di errore minimo.

È considerato molto importante anche nella medicina, con grossi benefici per gli occhi e per la lotta contro i tumori. E tutto questo è stato reso possibile proprio da Charles Townes e dalla sua intuizione considerata, da molti emeriti colleghi, come “assolutamente inutile”.

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