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Guam, venti di guerra sull’isola: Trump minaccia ritorsioni contro la Corea del Nord in caso di attacco

NESSUNA CONFERMA SULL’ATTACCO IMMINENTEL’escalation di provocazioni e di minacce tra l’amministrazione americana e il regime nordcoreano di Kim Jong-un potrebbe aver raggiunto un punto di non ritorno, specie dopo l’annuncio arrivato attraverso la televisione di stato di Pyongyang che annunciava “entro cinque giorni”, dunque per la giornata di Ferragosto, un massiccio attacco contro Guam, un’isola situata nell’Oceano Pacifico e che fa parte di quei territori non incorporati alla giurisdizione degli Stati Uniti.

In realtà, secondo fonti del Pentagono, i vertici dell’apparato militare a stelle e strisce non avrebbero avuto finora alcuna conferma circa un’attività nordcoreana nella acque di Guam, ma i proclami lanciati dal giovane dittatore vengono comunque presi sul serio non solo dall’amministrazione guidata da Donald Trump, ma anche dai tre Paesi coinvolti indirettamente in questa crisi, vale a dire la Cina, il Giappone e la Corea del Sud.

IL PRESUNTO PIANO DI KIM – Di fronte all’annuncio di un “imminente attacco”, Donald Trump ha scelto inusualmente di non alzare i toni ma ha comunque lanciato un monito a Kim, ricordando che “è pericoloso scherzare col fuoco” e che colpire l’isola di Guam “segnerebbe la fine del popolo nordcoreano” che, negli ultimi giorni, ha risposto ai proclami del proprio leader con adunate oceaniche e un sostegno incondizionato alla politica aggressiva intrapresa nei confronti dei “vicini” della Corea del Sud. Da un briefing avuto di recente in New Jersey con i suoi più stretti collaboratori è trapelato che il Presidente degli Stati Uniti ha bollato come delle “sciocchezze” le minacce del più giovane capo di stato al mondo ma, allo stesso tempo, ha promesso “fuoco e furia” se la Corea del Nord dovesse dare seguito agli annunci delle ultime ore.

Il piano di Kim consisterebbe in un attacco con quattro missili a lungo raggio “Hwasong-12” che attraverserebbero anche i cieli del Giappone, spettatore interessato in questa crisi: tramite un portavoce, il governo nipponico ha parlato di “un atto provocatorio contro la sicurezza della nostra nazione e quella della comunità internazionale”, lasciando intendere che il Paese del Sol Levante è pronto a prendere una netta posizione.

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