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In Siria un drone statunitense uccide un hacker britannico a capo del ‘cybercaliffato’

Junaid Hussain, un cittadini britannico che si era dato il nome di battaglia di Abu Hussain al Britani, e che era a capo del gruppo di hacker del califfato, è stato ucciso dagli americani, che hanno portato a termine l’operazione utilizzando un drone. La morte di Junaid Hussain sarebbe avvenuta martedì scorso mentre il capo degli hacker si trovava a Raqqa, in Siria, città che è considerata una delle roccaforti dell’Isis nel paese mediorientale.

Il 21enne Hussain, prima di trasferirsi in Siria, dove era arrivato da circa due anni, viveva in Inghilterra, a Birmingham. L’uomo era stato individuato dagli statunitensi come il capo del “cyber califfato”, un gruppo che nello scorso mese di gennaio era riuscito nell’impresa di entrare nell’account Twitter del governo americano. L’ultima azione di questo gruppo di hacker, risale solo a pochi giorni fa, quando avevano diffuso in rete i nominativi di 156 persone che appartengono all’aeronautica statunitense, che sono così diventati potenziali bersagli per gli uomini dell’Isis.

Già nel 2012, quando si trovava ancora in Inghilterra, Junaid Hussain era stato condannato a sei mesi di carcere con l’accusa di aver rubato all’ex premier britannico, Tony Blair, la sua mailing-list. Secondo il quotidiano “Guardian”, l’uccisione dell’hacker sarebbe invece avvenuta per mezzo di un raid USA. L’uccisione di Junaid Hussain è un grande colpo per gli Stati Uniti, che già pochi giorni fa, il 18 agosto, avevano comunicato l’uccisione del vice di Abu Bakr al Baghdadi, Haji Muttaza, ucciso in un altro attacco delle forze statunitensi.

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