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Isis: altre 4 decapitazioni, intanto negli Usa accuse a Obama di averli sottovalutati

Non si arrestano le esecuzioni da parte dei jihadisti dell’Isis. A finire decapitati stavolta non sono civili occidentali ma i quattro soldati curdi – un uomo e tre donne – che erano stati catturati nel corso dell’assedio alla città di Kobane, situata al confine fra la Turchia e la Siria.

Per rendere il loro gesto ancora più macabro, i jihadisti hanno esposto le teste dei quattro giustiziati nella cittadina di Jarablus. L’avanzata dell’esercito dello Stato Islamico non accenna a fermarsi ed è ormai prossima alla conquista di Kobane. La resistenza dei Curdi sta per essere piegata e a poco servono i raid ordinati dalla coalizione internazionale per allentare la morsa dei jihadisti sulla città. Nel corso degli ultimi venti giorni hanno attraversato il confine turco oltre 160 mila persone e, secondo l’Onu, molte altre faranno altrettanto nelle prossime settimane se l’avanzata dei soldati dell’Isis proseguirà. Al momento risultano ben tre milioni i rifugiati siriani nei Paesi limitrofi, suddivisi fra Turchia, Libano e Giordania.
Per questo motivo anche la Turchia sta riflettendo sulla possibilità di intervenire militarmente ed è attesa entro questa settimana la decisione da parte del Parlamento di Ankara al riguardo. L’esercito turco sarà dunque chiamato a compiere operazioni militari in terra siriana e irachena. Intanto sono già stati schierati oltre 10 mila soldati nelle zone di confine con la Siria, secondo quanto affermato dal quotidiano “Zaman”. Se i Curdi si trovano in difficoltà a Nord, sono invece all’attacco su ben tre fronti in territorio iracheno; nella zona a settentrione di Mosul, che nel Giugno scorso era stata conquistata dai jihadisti, sono riusciti a colpire alcune postazioni dell’Isis, e tengono testa nei pressi delle città Rabia e Kirkuk. In quest’ultima cittadina sono stati riconquistati tre centri abitati che quattro mesi fa erano finiti nelle mani delle forze militari dello Stato Islamico.

I jihadisti sono impegnati anche a livello mediatico: è stato infatti diffuso il terzo video di John Cantlie, l’ostaggio inglese in loro possesso. Il titolo del video è “Prestatemi ascolto” e dura circa cinque minuti e mezzo, nei quali Cantlie appare con l’ormai consueta divisa arancione. Al centro del messaggio dell’uomo i raid internazionali contro l’Isis, criticati da Cantlie secondo il quale tali attacchi “non renderanno l’Occidente più sicuro“.
Rivolgendosi agli Americani, il Britannico richiama il fantasma del Vietnam. Intanto, negli Stati Uniti, emerge come il presidente Obama abbia sottovalutato il pericolo Isis, del quale era stato informato già lo scorso anno. L’intervento tardivo, poi, ha costretto gli Usa a spendere circa 900 milioni di dollari, come rivelato da fonti anonime al “New York Times“.
Infine, all'”Assemblea generale” Onu è intervenuto il “segretario di Stato Vaticano”, Pietro Parolin, che ha definito:

“Lecito e urgente un uso proporzionato della forza“.

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