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Maurizio Crozza – copertina DiMartedì puntata del 24 marzo 2015

L’intervento di Crozza inizia con un ironico e alquanto pungente discorso sulla scelta da parte del ministro Giuliano Poletti, presente in studio, di ridurre le vacanze estive studentesche di 3 mesi, da anni ritenute un arco di tempo eccessivo.

Crozza, soffermandosi su questa decisione ministeriale, non risparmia il ministro facendo notare come siano prioritari altri problemi nel nostro Paese tra cui in primis la corruzione. Poletti non viene risparmiato nemmeno dai consueti giochi di parole del comico

“piuttosto che preoccuparci delle estati dovremmo preoccuparci degli arrestati”.

A seguire una breve imitazione del premier Renzi, occhi spalancati, incisivi al loro posto, insieme a una credibile imitazione della dialettica renziana fan sì che Crozza dia in poche battute colpi d’ironia ancor più incisivi.

Non viene a mancare l’imitazioni di “un altro Matteo” ovvero Salvini, il quale viene subito imitato nell’aspetto, mancano solo i baffi, e nella parlata un po’ grezza.

Il tema salviniano su cui si scaglia Crozza è la sua candidatura come sindaco di Milano dopo l’addio annunciato dall’ormai ex sindaco Pisapia discorrendo su come tutelerebbe la Milano bene rispetto agli stranieri.

In questa parte, dell’intervento il comico dà il meglio di sé, numerose sono le risate del pubblico e a stento contenute dal presentatore e dai politici presenti in sala stessi, il Matteo Salvini/Crozza è preoccupato dalle cifre impressionanti di rivenditori di Kebab e venditori di rose presenti sul suolo milanese.

La forza dell’umorismo di Maurizio è l’intelligenza che sottostà ad ogni sua battuta, ironia e paradossalità delle situazioni da lui ricreate risultano incredibilmente, e forse tristemente, credibili.

Un appuntamento ormai imperdibile per chi volesse farsi due risate, amare, sui problemi che quotidianamente colpiscono il nostro paese, la satira politica che con Crozza raggiunge dei livelli molto atti permette di discorrere, obbiettare, e criticare scelte politiche e sociali discutibili senza finire in una bagarre tra vari politici come spesso accade in altri programmi.

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