Cronaca

Milano, arrestato un 30enne marocchino: era pronto a compiere attentati in nome dell’ISIS

L’ARRESTO DELL’ASPIRANTE TERRORISTA – Torna l’incubo terrorismo in Italia anche se, in questa circostanza, l’azione preventiva delle forze dell’ordine e la mancanza di riscontri concreti farebbe pensare più che altro a un episodio di fanatismo e non a una possibile cellula dormiente nel nostro Paese. È notizia delle ultime ore, infatti, l’arresto a Milano di un uomo marocchino di 30 anni che, secondo Antonio De Iesu, questore di Milano, aveva in mente di progettare un attentato proprio nel capoluogo di regione della Lombardia. L’arresto di Nadir Benchorfi (questo il nome dell’uomo che, a quanto si apprende, lavorava in un centro commerciale di Arese) è avvenuto alla periferia di Milano dove abitava assieme ad un coinquilino, rivelatosi estraneo ai fatti: su Benchorfi, mai finito nel mirino della giustizia, pende ora l’accusa di terrorismo internazionale.

LE INTERCETTAZIONI E I LEGAMI SOSPETTI – Basandosi su alcune conversazioni tramite Telegram e altri sistemi di instant messaging online, infatti, gli investigatori avevano scoperto che il 30enne si proclamava come un aspirante terrorista, mostrandosi disponibile verso un misterioso interlocutore in Siria a compiere attentati in Italia. Inoltre, le forze dell’ordine sono riuscite anche a tracciare i movimenti di somme di denaro che Benchorfi avrebbe inviato ad una cellula attiva in Medio Oriente: la sua “radicalizzazione” sarebbe avvenuta nel 2012, nel corso di un viaggio in Germania.

Il questore ha spiegato in conferenza stampa che l’arresto si è reso necessario per i reiterati propositi di aderire alla Jihad e per i rapporti diretti che intratteneva con 25 conclamati “foreign fighters” affiliati allo Stato Islamico: tuttavia, non risulta che al momento disponesse della dotazione logistica (armi, documenti, conoscenze tecniche) per compiere un attentato, né tanto meno del supporto di altri militanti. “Non ci sono riscontri su una sua imminente capacità di azione” ha aggiunto De Iesu.

Secondo Claudio Ciccimarra, dirigente della Digos, Benchorfi rappresenta uno dei tanti esempi di “individui facilmente suggestionabili dalla propaganda di Daesh” ma che non rappresentano una garanzia per coloro che finanziano il terrorismo internazionale: non a caso, le sue richieste affinché gli venissero inviate delle armi erano finora cadute nel vuoto.

3 Comments

Comments are closed.