Cronaca

Pescara del Tronto: arrestato l’ultimo abitante, si era rifiutato di lasciare il suo paese

Il terremoto che ha colpito l’Italia centrale continua a fornire storie individuali diverse, ma tutte importanti. In questo caso il protagonista si chiama Enzo Rendina, abitante ad Pescara del Tronto (Ascoli Piceno), rimasto senza casa a causa del devastante terremoto. L’uomo si rifiutava di lasciare, sia la sua casa che il suo paese, ed ha vissuto 5 mesi in condizioni da eremita. Poi è arrivato l’arresto, due notti passate in cella, e successivamente il rilascio.

Enzo Rendina, che lo scorso 4 ottobre durante la visita in queste zone di Papa Francesco era riuscito anche a scambiare qualche parola con il Santo Padre, ha passato le due notti in cella senza dormire, sempre in piedi, ed ha dichiarato che non andrà mai a vivere in albergo, e la sua scelta è quella di “coltivare” lumache e lombrichi.

In una intervista si è espresso proprio con queste parole:

“Ma come si fa a mettere le manette a uno come me, uno che vorrebbe solo coltivare lumache e lombrichi?”.

La sua vita negli ultimi cinque mesi ha visto come abitazione una tenda, vicino alla casa crollata dei suoi genitori, immerso nei ricordi e sicuro di non volerli abbandonare. L’uomo ha sfidato le condizioni meteorologiche avverse ed anche la neve, poi nella sera del 7 gennaio si sono presentati i carabinieri che di fronte al suo rifiuto di lasciare il luogo, lo hanno arrestato, con l’accusa di “resistenza a pubblico ufficiale”. La richiesta di abbandonare la tenda era già stata fatta in diverse occasioni a Enzo Rendina, ma in quell’occasione l’uomo, oltre a rifiutare, si era anche opposto fisicamente, e da qui l’accusa nei suoi confronti.

In questi mesi Enzo Rendina è divenuto a suo modo anche un “personaggio” con molte interviste da parte di radio e televisioni, che hanno anche mostrato le immagini delle opere d’arte realizzate con le pietre ed i rami che ha raccolto lungo il fiume Tronto. In molti hanno tentato con le buone maniere di convincere Rendina a lasciare la tenda, sia il questore che il prefetto di Ascoli, che lo stesso commissario della ricostruzione, Errani, ed il sindaco del suo paese, ricevendo però, tutti, il rifiuto da parte dell’uomo. Nel processo, che si è celebrato per “direttissima”, il suo avvocato ha presentato un certificato medico che attesta la sua “fobia reattiva da case in muratura” e questo ha convinto il giudice a disporre la sua scarcerazione.

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