Musica

Spandau Ballet sul red carpet del Festival di Roma

Il gruppo pop rock romantico “Spandau Ballet”, torna direttamente dagli anni ’80, camminando sul red carpet e entusiasmando il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma con il loro film documentario “Soul Boys of the Western World che racconta la nascita del gruppo e le loro origini e poi l’ascesa al successo ma anche il loro declino e la loro reunion.

Tony Hadley, John Keeble, Steve Norman, Gary e Martin Kemp, questi i nomi di uno dei gruppi britannici che hanno fatto la storia della musica degli anni ’80, quando il punk aveva esaurito le sue note negli anni ’70 e il nuovo decennio reclamava innovazione. Tra il grunge che prendeva piede e le nuove musicali, il loro sound britannico, reduce dall’amore per Bowie, con il loro stile creativo, diventa uno dei manifesti di quegli anni, distaccandosi sempre di più dal rock e insinuandosi tra le note pop elettroniche che segneranno per sempre il loro stile musicale.

Come Gary Kemp racconta, all’epoca vi erano tantissime tribù e altrettanti modi di vestire e diverse correnti da seguire. In quel mondo, loro, figli della classe operaia, decidono di creare qualcosa di diverso, scegliendo il loro modo creativo di vestirsi e di vivere, creando la loro identità.

Tra i successi, come il mezzo milione di copie vendute solo con il primo loro singolo “To Cut a Long Story Short”,  e le cause legali e il distacco e la reunion, il film racconta anche l’evoluzione della band a livello artistico e storico, analizzando con enfasi tutte le fasi emozionanti dei membri e il loro rapporto con il mondo, da un’apparentemente infinito susseguirsi di felicità e brio, fino alla caduta dei miti.

Un film che non si sofferma solo sulla banalità della band che diventa famosa, ma raccoglie informazioni storiche e musicali e le inserisce in contesti personali, dando al pubblico non solo informazioni, ma anche emozioni.

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