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Basket serie A 6° giornata: risultati e classifica

Una coppia in testa con 10 punti dopo la sesta giornata del campionato italiano di basket. E’ quella formata da Reggio Emilia e Reyer Venezia, entrambe vincenti in trasferta, ad Avellino e Bologna. Dietro di loro un terzetto che comprende Sassari, impegnata stasera nel posticipo con Pesaro, Cremona e l’Armani Milano che si è presa il derby contro Cantù. Quarta battuta d’arresto consecutiva per Pozzecco e la sua Varese, con le prime avvisaglie di una crisi, mentre l’arrivo di Markowski sulla panchina di Caserta non ha dato i risultati sperati con la formazione campana che si è arresa sul campo di Capo d’Orlando, ma andiamo con ordine.

Trento coglie il suo terzo successo in campionato battendo in maniera agevole Pistoia iniziando bene e tenendo sempre in mano la gara con Owens che ha realizzato una “doppia doppia” da 18 punti e 12 rimbalzi, e con Mitchell, topscorer con 19 punti. Il vantaggio della squadra di Biscaglia sale presto in doppia cifra ed al 10° Trento è già sul 30 – 15 con un attacco che non sbaglia quasi nulla. Il secondo quarto vede la reazione della squadra di Moretti, che riesce ad andare al riposo sul – 6. Il riposo fa bene ai padroni di casa che tornano subito ad allungare con la stessa grinta mostrata nei primi minuti. Al 30° il tabellone dice 69 -52 e la mini rimonta pistoiese dell’ultimo periodo non può impensierire la formazione di Buscaglia che chiude a + 14.
Ad Avellino, Reggio Emilia vince la sfida tra due della squadre più in forma del momento. La formazione di coach Menetti trova un monumentale Polonara, che mette 19 punti ed ottiene una valutazione di 39. In campo si sfidavano la migliore difesa, quella dei Campani, ed il secondo migliore reparto offensivo, quello reggiano, ed è stato quest’ultimo ad avere la meglio, grazie alla compattezza della squadra, ma anche alle prestazioni di Polonara e Kistof Lavrinovic che ha aggiunto 23 punti. Nel giorno in cui Taylor ha avuto la mano fredda, solo 2 punti, sulla panchina reggiana si è rivisto Drake Diener, peraltro non utilizzato. Gli ospiti hanno avuto una maggiore lucidità nei momenti decisivi dell’ultima frazione, grazie anche all’utilizzo della zona. Il 6 / 7 da tre dei Reggiani all’intervallo è la chiave per il pareggio a quota 46, mentre Avellino porta maggiormente la palla sottocanestro. Avellino spinta dopo il risposo ed ottiene l’allungo sul 55 – 49. La reazione degli ospiti è griffata Polonara, mentre Vitucci prova un quintetto con 4 “piccoli” ed un solo lungo, e chiude avanti di 3 al 30°. L’asse Cinciarini – Polonara restituisce la parità a Reggio Emilia, che poi scappa con la sua anima giovane ed italiana, Mussini e Della Valle, e con la concretezza dell’esperto Lavrinovic, che mette 9 punti in solo 2 minuti dopo l’ultimo pareggio dei locali a quota 81.
A Roma l’Acea ribalta dopo l’intervallo una partita che Varese sembrava poter dominare nei primi due quarti, quando ha raggiunto anche il + 19. Dopo un inizio equilibrato fino al 16 – 15, gli ospiti prendono il largo con Diawara che approfitta della difesa molle dei capitolini. La formazione di Pozzecco scappa, prima sul 18-24 poi dopo 17 minuti di gioco è sul +19 (29-48). Nelle file romane si batte come un leone il solo De Zeeuw, che realizza sulla sirena il – 12 che sembra riaprire i giochi. Dalmonte negli spogliatoi catechizza a dovere i suoi che rispondono presente sin dall’inizio del terzo quarto. Varese si schiera a zona ma viene trafitta con le triple, mentre Diawara sparisce dalla scena. Il primo sorpasso di Roma quando manca 1 minuto alla terza sirena. Roma inizia l’ultima frazione con due triple di fila, e sale a + 8. Varese si riporta fino a – 3, ma Roma spinta di nuovo grazie a Stipcevic.

La Vanoli Cremona stoppa anche Brindisi con una super prestazione di un Vitali da 31 di valutazione. L’Azzurro guida in maniera magistrale i suoi, mentre Brindisi è solo Marcus Denmon (30 punti), mentre l’esordio di Simmons è impalpabile. I Lombardi martellano  la difesa ospite dall’arco, 8/15 da tre punti nel 1° tempo, impedendo all’Enel di trovare il ritmo partita. Cusin svetta sotto le plance sia in attacco che in difesa e Cremona segna sia da fuori che in transizione. L’unica reazione di Brindisi dopo l’intervallo, con i 5 punti consecutivi di Bulleri che valgono il
– 3, poi Cremona riprende in mano l’inerzia della gara concludendo con una meritata vittoria.
Venezia sbanca Bologna con un rush finale di 1 – 12 e riesce a ribaltare una gara che i Felsinei avevano in mano quando a 2 minuti dalla sirena finale conducevano di 7 punti. Venezia ringrazia la vena di Stone e Moore, ma anche la concretezza di Viaggiano e Peric. All’inizio parte meglio Bologna che arriva sul 23 – 17 spinta dal suo pubblico, poi Venezia piazza un parziale che stordisce le “V” nere e si porta 27 – 37 quando sono passati 3 minuti del terzo quarto. La reazione della Virtus con Ray e White garantisce il controsorpasso, poi Bologna si presenta in testa alla volata finale, dove però deve subire le giocate di Venezia che si porta a casa i due punti.
Malgrado l’arrivo in panchina di Markovski non cambiano le sorti di Caserta che si arrende a Capo D’Orlando al termine di una gara che non ha riservato grandi emozioni e che i sSciliani hanno saputo portare a casa nonostante Caserta abbia mandato 4 giocatori in doppia cifra. Nel finale punto a punto l’Orlandina ci ha creduto di più dopo una altalena di punteggi ed ha suggellato la gara con Freeman, top-scorer a quota 27 punti personali.
Infine il derby del posticipo sorride a Milano, che mette così fine alla serie di due sconfitte in campionato. Il break decisivo contro Cantù arriva nella terza frazione, con 27 punti segnati, 15 dei quali da oltre l’arco, con Banchi che ritrova anche Kleiza e Brooks, oltre alla solita prestazione di Gentile. Samuels all’inizio soffre la presenza in area di Williams, ma alla fine vince il duello con il pivot avversario. La ciliegina sulla torta sono le triple di Ragland, che fa anche giostrare bene la squadra. Milano tocca anche il + 21 all’inizio dell’ultima frazione, poi controlla gioco e punteggio sino al termine.

 

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