Economia

Coronavirus: le misure adottate stimolano le borse asiatiche

Le Borse europee frenano all’indomani del forte rialzo di Wall Street che ha dato una mano anche alle borse asiatiche. Se da una parte le misure di contenimento del virus hanno dato un’impulso positivo, dall’altra parte si registra il timore sull’espansione dell’epidemia. I futures americani sono i maggiori responsabili della frenata mentre le materie prime sono le uniche a salvarsi dalle vendite.

A gravare sull’indice Ftse Mib sono i bancari (Banco Bpm su tutte: -2%) e il finanziario: Azimut – 1,1%. La maglia nera della giornata, però, va alla Juventus che perde il 3,29%. I listini europei aprono in leggero rialzo con Francoforte che guadagna lo 0,53%, Parigi lo 0,47% mentre Londra è pressoché invariata (0,05%). Le borse asiatiche invece vanno in territorio positivo grazie alla volontà dei governi e degli stati di sostenere l’economia dei paesi colpiti dal virus.

La borsa di Tokyo ha chiuso la seduta con il segno positivo (+1,09%) dopo l’affermazione di Joe Biden e l’impegno del Fondo Monetario Internazionale di intervenire nel rallentamento dell’economia causato dal conoronavirus. Le borse cinesi fanno segnare forti guadagni in chiusura (1,99%) dopo lo stanziamento aggiuntivo di 110,48 miliardi di yuan (circa 16 miliardi id dollari) da parte del Ministero delle Finanze, che saranno destinati alle misure di prevenzione e controllo dell’epidemia.

Per la quarta seduta di seguito, la borsa di Seul chiude in forte rialzo (+1,26%) alla luce degli interventi volti a stimolare l’economia mondiale, a partire dalla decisione delle banche centrali mondiali di allentare la presa e decretare il taglio dei tassi dello 0,5%, approvato inaspettatamente dalla Fed.

Il petrolio tenta una risalita e si piazza a 47,38 dollari al barile, facendo segnare un lieve recupero dopo le decisioni economiche prese negli Stati Uniti. In sede Opec invece rimane acceso il dibattito tra i membri, dove la Russia minaccia un taglio concreto della produzione di gregge. Anche il WTI manda piccoli segnali di rialzo facendo segnare 47,38 dollari, mentre il Brent raggiunge quota 51,85 dollari al barile.