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Giro d’Italia Forlì-Imola: cronaca dell’11° tappa

Al Giro d’Italia si è corsa l’undicesima tappa che portava i corridori da Forlì ad Imola, con l’arrivo posto all’interno dell’autodromo; tappa vinta con una fuga finale dal russo Zakarin del team Katusha, che ha concluso la frazione con 53 secondi di vantaggio su Betancourt, secondo classificato, su Pellizzotti, terzo, ed altri compagni del drappello che aveva tentato la fuga, e che il gruppo ha seguito a breve distanza. Gruppo nel quale si trovavano tutti big della corsa, compresa la maglia rosa, Contador, che conserva così il simbolo del primato, mentre tutte le classifiche sono rimaste sostanzialmente invariate.

Era una tappa breve, ma molto nervosa l’undicesima, caratterizzata da numerosi saliscendi, e disputata con la pioggia, che ha dato molto fastidio ai corridori, ed ha provocato anche qualche scivolata come quella di Uran, che è comunque riuscito a concludere la frazione. I corridori sono arrivati al traguardo dopo quasi quattro ore di corsa, ed una fuga che è partita da lontano ed è terminata con il primo successo al giro per il 25enne russo, che in questa stagione ha ottenuto il successo nel Giro di Romandia. Professionista dal 2012, Zakarin, è arrivato al successo n° 14 in carriera.

La tappa, come detto, era corta, ma piena di insidie, con 3 GPM e pochi tratti di pianura. Nel finale c’era poi il circuito dei Tre Monti“, ad impegnare i corridori, che lo dovevano percorrere tre volte prima di tagliare il traguardo. Il primo attacco della giornata parte dopo circa 8 chilometri con quattro corridori, e quando se ne aggiungono, dopo alcuni chilometri, altri sei, diventa la fuga buona. Il vantaggio massimo che il gruppetto degli attaccanti riesce a guadagnare è di 4 minuti e 20 secondi. Dietro il gruppo si fraziona in più parti, soprattutto a causa della strada viscida per la pioggia, e per le discese dei GPM, ma i protagonisti principali della corsa restano sempre nelle posizioni di testa del gruppo, e non hanno problemi.
Al primo GPM passa in testa Intxausti, ed al secondo Betancourt. Quando il gruppetto dei fuggitivi arriva all’inizio del primo dei tre giri del circuito finale, il vantaggio nei confronti del gruppo maglia rosa si è ridotto ad 1 minuto e 44 secondi, con gli uomini di classifica che hanno messo in testa i loro compagni di squadra, ma non sembrano intenzionati a tirare molto per riprendere la fuga. Al terzo passaggio sul culmine del circuito è fissato l’ultimo GPM della giornata. Quando mancano 39 chilometri al traguardo, dal gruppetto di testa si staccano tre corridori e da dietro attacca Kung che prende un po’ di vantaggio sul gruppo, salvo poi essere risucchiato quando mancavano 23 chilometri al traguardo. L’attacco decisivo da parte di Zakarin avviene quando mancano solo 500 metri all’ultimo GPM; il Russo prende subito un buon vantaggio e riesce a guidare bene la sua bicicletta sulle strade viscide. Il vantaggio diventa subito interessante, mentre dietro non si riesce ad organizzare l’inseguimento. Ci sono scintille anche nel gruppo della maglia rosa, con Contador che prova un attacco proprio sull’ultima salita, per saggiare le condizioni dei suoi diretti rivali, tra i quali l’italiano Fabio Aru.

Alla fine i big arrivano tutti insieme e la classifica non cambia con lo Spagnolo che mantiene 3 secondi di vantaggio su Aru e Porte che resta a 3 minuti e 9 secondi dopo la penalità di 2 minuti ricevuta nella tappa precedente.

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