Economia

Lavoro: Italia Repubblica fondata sulla disoccupazione, a Novembre il dato peggiore della storia

Le stime Istat hanno confermato la situazione allarmante del mercato del lavoro italiano: il tasso di disoccupazione nel mese di Novembre nel nostro paese ha raggiunto il 13,4%, in crescita dello 0,2% rispetto al dato del mese precedente.

Il problema della disoccupazione è diventato ormai un vero e proprio allarme sociale, soprattutto in determinate fasce di età. La situazione più grave in termini quantitativi resta quella relativa ai giovani di età non superiore ai 24 anni, la cosiddetta disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 43,9%, con un aumento dello 0,6% rispetto al dato di Ottobre. Il tasso di disoccupazione globale (e anche quello di disoccupazione giovanile) ha raggiunto il livello massimo dall’inizio delle rilevazioni (1977) e le previsioni non lasciano intravedere nulla di buono per il nostro paese. La crisi economica ha acuito le criticità del mercato del lavoro italiano, caratterizzato da scarsa flessibilità e allo stesso tempo precarietà, elevata incidenza del costo del lavoro, e scarsi investimenti delle imprese.
Tutta da a verificare la reale incidenza delle nuove norme previste dal Jobs Act, varato dal governo Renzi, che ridurrà il costo del lavoro e incentiverà l’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato.

Il Jobs Act riuscirà a risollevare un mercato del lavoro che, dal punto di vista quantitativo, presenta dati ben lontani da quelli di un paese moderno e sviluppato come l’Italia? Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, le misure introdotte si sono rivelate, ad oggi, del tutto insufficienti: grazie al progetto Garanzia giovani, attivato 8 mesi fa, meno di 10.000 destinatari hanno ottenuto un contratto di lavoro, a fronte di 1,7 milioni di giovani NEET, ossia i ragazzi tra i 15 e 29 anni che che non studiano e  non lavorano.
I dati italiani stridono con quelli diffusi dall’istituto di statistica tedesco Destatis, secondo cui il tasso di disoccupazione in Germania è pari al 6,5%, un risultato al di la delle più rosee aspettative.

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