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Siria, la Russia ferma l’avanzata della Turchia

Manbij e Kobane sono ora sotto il controllo delle truppe siriane, con la collaborazione della polizia militare russa. La discesa in campo della Russia di Vladimir Putin ha di fatto imposto il primo stop all’avanzata dell’esercito turco supportato dalle milizie arabe pro Ankara. Le truppe di Damasco, insieme a quelle russe, hanno sostituito i soldati americani che, insieme alla Coalizione internazionale anti-Isis, si sono ritirati su ordine di Donald Trump. I marines sono destinati al trasferimento nei vicini Stati dell’Iraq e della Giordania.

Erdogan prosegue

Di ritorno da Baku, capitale dell’Azerbaigian, dove è stato impegnato per motivi istituzionali, il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha confermato ai giornalisti presenti sul volo aereo che non dichiarerà il cessate il fuoco, come invece gli è stato chiesto di fare da Donald Trump e dalle principali nazioni dell’Unione europea, su tutte Francia e Germania. In merito all’arrivo dell’esercito di Damasco in difesa di Manbij, Erdogan non si è scomposto, affermando che quanto accaduto non rappresenti un problema. Allo stesso tempo però, Erdogan ha chiesto alle truppe siriane di eliminare i militanti della zona, in riferimento alle milizie dell’YPG, considerate dalla Turchia alla stregua di terroristi.

La minaccia all’Europa

Intanto, Erdogan continua a minacciare l’Europa, dopo che la Commissione Ue e i più importanti Paesi dell’Unione hanno condannato l’invasione turca nel nord-est della Siria annunciando l’annullamento della concessione di armi al governo di Ankara. Il Presidente della Turchia, in un intervento pubblicato sul Wall Street Journal, ha chiesto all’Europa di appoggiare l’iniziativa della Turchia. L’alternativa è rappresentata dall’accettazione dei rifugiati siriani.