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California, il più grande incendio della storia: Trump accusa le leggi dello stato

La California brucia ancora. Se quello del 2017 era stato definito apocalittico, l’incendio del 2018 sarà ricordato per essere il più grande della storia.

A Los Angeles e dintorni, nessuno aveva mai visto nulla del genere. Negli ultimi giorni, le fiamme del drammatico incendio hanno bruciato qualcosa come 114 mila ettari di terreno, che approssimativamente corrisponde alla superficie della città degli angeli, una delle destinazioni turistiche più gettonate degli Stati Uniti d’America. L’emergenza di quest’anno si chiama Mendoncino Complex, così come è stato ribattezzato dai vigili del fuoco l’incendio spaventoso creatosi da due fronti distinti, il River Fire e il Ranch Fire.

Le autorità locali, al lavoro da giorni per spegnere le fiamme, hanno annunciato che l’incubo dei roghi potrebbe imperversare nello stato californiano ancora per una settimana. Tra le principali cause dell’emergenza ambientale vissuta in questi giorni dalla popolazione di Los Angeles e le altre città coinvolte, si annoverano le alte temperature, la siccità e la forza del vento. Un mix esplosivo che ha dato modo alle fiamme di alimentare la loro forza distruttiva, rendendo vani i tentativi operati dai vigili del fuoco della California di domare l’incendio in tempi rapidi.

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso la propria opinione sull’incendio più grande della storia americana ad essersi abbattuto sulla California. A sorpresa, Trump se l’è presa con le leggi dello stato californiano. Secondo l’inquilino della Casa Bianca, la gestione dell’acqua da utilizzare per spegnere gli incendi da parte della California sarebbe illogica. Nelle sue considerazioni, il Presidente ha aggiunto che sarebbe necessario eliminare gli alberi oggi presenti nelle aree più a rischio incendi. La risposta delle autorità locali non è tardata ad arrivare. L’acqua non rappresenterebbe un problema, bensì i cambiamenti climatici.