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Caso Regeni, le rivelazioni choc del capo del sindacato

Mohamed Abdallah, il capo del sindacato degli ambulanti egiziani, ha ammesso di aver tradito Giulio Regeni, consegnandolo al Ministero degli Interni egiziano. Abdallah ha detto di aver denunciato Regeni per le domande troppo insistenti che faceva agli ambulanti del posto: una sorta di pressing su questioni che, secondo il capo del sindacato, riguardavano la sicurezza nazionale egizianao. Ecco perché Abdallah l’ha tradito facendo saltare la copertura del ricercatore italiano. Il sindacalista ha poi aggiunto che ogni buon egiziano avrebbe fatto la stessa cosa al suo posto.

La rilevazione choc emerge da un’intervista rilasciata da Abdallah all’edizione araba del quotidiano Huffington Post e tradotta in italiano grazie al lavoro dell’Espresso. Il sindacalista ha chiarito i suoi rapporti con Regeni dicendo di averlo incontrato sei volte da quando l’italiano si era trasferito a Il Cairo: ha parlato del ricercatore italiano come di un ficcanaso che faceva domande scomode agli ambulanti egiziani e si intrometteva in questioni di sicurezza nazionale egiziana. Abdallah ha inoltre detto di aver sentito Giulio per l’ultima volta al telefono lo scorso 22 gennaio, un mese prima della morte, di aver registrato la conversazione e di averla inoltrata agli Interni affinché indagassero sull’atteggiamento di Regeni.

Dunque Mohamed Abdallah ha segnalato il ricercatore friulano come sospetto ai servizi di sicurezza egiziani e lo ha così smascherato, facendo saltare la sua copertura. Per il capo del sindacato degli ambulanti la morte di Regeni non dipende dagli egiziani, ma dai servizi segreti che avranno inviato persone a Il Cairo per ucciderlo. Gli egiziani, ha aggiunto Abdallah, collaborano con il Ministero cui hanno giurato fedeltà.

Regeni, dottorando di ricerca dell’Università di Cambridge, è stato rapito a Il Cairo il 25 gennaio, ma il suo corpo senza vita è stato ritrovato soltanto il 3 febbraio, con evidenti segni di tortura e violenza.

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