Economia

Dubbi sul Coronabond, la UE prende due settimane di tempo per decidere sul da farsi

La riunione dei leader UE di ieri, durata sei ore, si è conclusa in un nulla di fatto. A porre il veto sul testo delle conclusioni è stata proprio l’Italia, così i leader dei Paesi Europei decidono di aggiornarsi fra 14 giorni per arrivare ad una conclusione condivisa ed elaborare una strategia economica anti-crisi.

La palla, quindi, ripassa all’Eurogruppo, invitato dai Paesi europei a proporre una soluzione entro le prossime due settimane, quando il Consiglio UE si riunirà in telelavoro nuovamente. Lo scontro è sostanzialmente fra il Nord e il Sud Europa. Paesi come l’Italia, la Spagna, la Francia, il Portogallo, il Lussemburgo e l’Irlanda chiedono massima flessibilità e il ricorso a strumenti nuovi ed eccezionali che possano rispondere a questo shock senza precedenti che sta investendo la finanza e l’economia mondiale. La Germania, affiancata dall’Austria, dall’Olanda e da tutte le nazioni del Nord Europa, invece, è contraria all’idea di garantire i debiti delle nazioni che già precedentemente avevano i conti più a rischio. La Merkel invita all’utilizzo di uno strumento come il Mes, creato dall’Unione Europea proprio per far fronte ad emergenze del genere. Secondo Conte, però, non si può pensare di affrontare un’emergenza senza precedenti con gli stessi strumenti classici utilizzati fino ad ora per situazioni che non sono paragonabili all’emergenza Coronavirus. Per questo motivo l’Italia ha lanciato un ultimatum: o entro dieci giorni arriveranno aiuti concreti, oppure il Paese agirà da solo con strumenti propri.

Erano anni che il fronte dei rigoristi non si dimostrava così compatto. L’ultima occasione era stata quella del default della Grecia e il conseguente rigore economico imposto. Da quell’occasione tanto, però, sembrava cambiato con una sorta di mea culpa da parte dell’allora presidente Juncker che aveva promesso un approccio generale più flessibile. Di questo stesso parere, però, sembra ancora essere Christine Lagarde che ha dato avvio ad un ulteriore programma di acquisto dei titoli di Stato per una cifra complessiva pari a 750 miliardi.