Economia

Equitalia: diminuisce l’aggio, ma meno tolleranza per chi sfora. Annullate le vecchie cartelle sino a 2 mila euro

È arrivata dal Consiglio dei Ministri l’approvazione di uno schema di “decreto legislativo attuativo” della delega fiscale, attraverso il quale viene modificato quanto attualmente previsto in tema di riscossione esattoriale da parte di Equitalia.

Già nel 2013 era stata adottata una riforma da parte del Governo Letta. Ora, la novità più interessante sembra essere quella dell’aggio, che cambierà nome in “Cpr” (contributo pubblico alla riscossione).
Fino ad oggi l’aggio veniva pagato dal contribuente in una percentuale fissa rispetto al debito (pari all’8%); quanto versato finiva direttamente nelle casse di Equitalia. Più che la modifica del nome, deve essere sottolineato il fatto di come il contributo non andrà più ad Equitalia, finendo nelle casse dello Stato seguendo, in pratica, la destinazione degli altri importi delle cartelle esattoriali (compresi gli interessi). La scelta è stata anche quella di ridurre l’incidenza sul debito, portando la percentuale al 6% (in luogo dell’8%).

D’ora in poi varierà anche la soglia di tolleranza nei confronti delle persone che “sforano” il pagamento delle rate. Infatti, il limite che porta alla perdita del beneficio della rateazione sarà di 5 rate, non più 8. Per fare un esempio, un contribuente decadrà dalla dilazione se, nell’anno 2016, non procederà al versamento di tre rate e, l’anno successivo, ometterà il versamento di ulteriori due rate.
Verrà applicato anche il meccanismo relativo alla “lieve inadempienza“, che permetterà di “recuperare” la rateazione attraverso un pagamento effettuato entro 5 giorni dalla scadenza della rata. Questo strumento, però, deve tenere conto di due limiti; infatti, potrà essere utilizzato per un ammontare massimo pari al 3% del debito e, inoltre, sarà ammesso per un importo massimo di 10 mila euro.
Infine, per chi è ormai decaduto dalla rateazione, la decisione adottata è stata quella di evitare il pignoramento attraverso un pagamento delle 5 rate scadute (non consecutive) in un’unica soluzione.

Queste modifiche seguono il decreto attuativo pubblicato qualche giorno fa sulla Gazzetta Ufficiale, attraverso il quale venivano indicate le modalità da seguire per l’annullamento di quelle cartelle Equitalia il cui importo non supera i 2 mila euro. Questa decisione era stata già prevista all’interno della legge di stabilità del 2013. In pratica, si ricorre ad una “rottamazione” automatica di qualsiasi tipologia di debito (comprendendo, ad esempio, i tributi locali). Per poter usufruire di tale misura, però, le cartelle devono risultare iscritte a ruolo entro il 1999.
Grazie a tale misura, vengono estinti in un solo istante molti casi che si trovano sospesi da circa 15 anni. Questo permetterà di mettere ordine nei bilanci dei vari enti creditori, in particolare quelli dei Comuni, che trovano inseriti dei crediti inesigibili a bilancio, molti dei quali aventi per oggetto multe stradali.
Scegliendo questa strada Equitalia non sarà costretta a procedere all’accertamento e alla riscossione di tali importi minimi. Chi desidera sapere se le cartelle esattoriali non ancora saldate potranno godere della cancellazione automatica dovrà, in primo luogo, verificare che il ruolo sia divenuto esecutivo entro la fine del 1999. Successivamente dovrà controllare che non sia stata adottata la misura del concordato o di transazione fiscale, che non darebbero luogo all’annullamento stesso.
Infine, è importante ricordare che le mini-cartelle che hanno per oggetto dazi, Iva all’importazione e diritti agricoli non sono comprese nella misura.

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