Economia

Jobs act: licenziamenti, ammortizzatori sociali e controlli a distanza ecco cosa cambia

Dopo settimane di estenuanti negoziati, l’accordo annunciato ormai da tempo sembra essere arrivato ad un lieto fine (non senza i malumori in seno a Ncd). Infatti, all’interno del PD è stata trovata l’intesa relativa agli ultimi cambiamenti da apportare al Jobs Act, quella riforma del mondo del lavoro che ha già ottenuto l’approvazione del Senato in attesa di incontrare il voto positivo, entro il 26 Novembre, della Camera.

Le modifiche, in particolare, riguarderanno i licenziamenti disciplinati dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Da sottolineare come le nuove norme risulteranno valide solamente per quei lavoratori che verranno assunti a partire dal Gennaio 2015, non potendo essere applicate retroattivamente a chi ha già un contratto indeterminato; in quest’ultimo caso, in tema di licenziamento, rimarrà in vigore quanto previsto finora.
In pratica, per i nuovi assunti nel 2015 l’obbligo di reintegro rimarrà solo nel caso in cui il licenziamento sia stato determinato da comportamenti discriminatori, siano essi razziali, sessuali o politici, anche se  sembra che l’orientamento dell’esecutivo sia quello di recepire la richiesta della minoranza del Pd di includere la possibilita’ di reintegro anche nella casistiche di licenziamenti disciplinari quando il giudice li abbia dichiarato le relative motivazione nulle o inesistenti.
Nel caso in cui, invece, ad aver spinto un’azienda a lasciare a casa un lavoratore siano motivazioni puramente economiche, non potrà avere luogo il riottenimento del posto di lavoro. Qualora venga ravvisato l’ingiusto licenziamento, al lavoratore spetterà unicamente un indennizzo in denaro, il cui ammontare sarà proporzionale agli anni trascorsi all’interno dell’azienda stessa. Meno semplice da definire la situazione dei cosiddetti licenziamenti disciplinari, comminati quando un dipendente non opera in base alle indicazioni ricevute oppure quando compie un furto o, ancora, quando il suo rendimento è scarso. In questi casi, come abbiamo visto, il reintegro potrà essere stabilito solamente da un giudice. È comunque atteso, entro la fine dell’anno, un elenco dettagliato delle varie situazioni in cui spetterebbe il reintegro (oppure lindennizzo); ad occuparsene sarà il Governo stesso. Passando al tema dei contratti precari, l’intenzione del Governo è quella di disciplinare con maggiore efficacia i contratti co.co.co, quelli a progetto e quelli definibili come “false partite Iva”. Non è ancora stato indicato se questi contratti verranno sostituiti oppure se cambierà solamente l’apparato normativo che li disciplina. Quest’ultimo resterà invariato, invece, per le assunzioni a tempo determinato, già liberalizzate qualche mese fa con il Decreto Poletti. V

Verranno aumentati anche i fondi per gli ammortizzatori sociali; nel dettaglio, verrà introdotto un nuovo sussidio di disoccupazione allargato, che spetterà ai precari. Si parla di una misura da circa 3,4 miliardi di euro, molto di più dei 2 miliardi previsti inizialmente. Di questa cifra, almeno 700 milioni dovrebbero essere ottenuti dal recupero delle risorse destinate, in questo momento, alla cassa integrazione in deroga.
Un’altra importante modifica spetterà anche alla disciplina dei controlli a distanza che le aziende adottano nei confronti dei dipendenti. Il governo Renzi vuole garantire alle aziende la possibilità di monitorare la verifica dell’operatività dei propri dipendenti introducendo, ad esempio, diverse tipologie di meccanismi telematici, attualmente proibiti dalla legge.
In questo ambito la minoranza del PD è riuscita ad ottenere dallo stesso Renzi la promessa che tali meccanismi non vengano utilizzati per monitorare il singolo lavoratore, ma solamente per tenere sotto controllo gli impianti e i reparti. In questo modo non verrebbe leso il diritto alla privacy degli stessi dipendenti.

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