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Lo stress lavorativo può farci ammalare di diabete

Che lavorare troppo portasse stress e nervosismo si sapeva, ma non ci immaginavamo si potesse arrivare al diabete! Ad affermarlo è uno studio della University College di Londra, pubblicato da poco sul “The Lances Diabetes and Endocrinology”.

Chi lavora più di 55 ore durante la settimana quindi, ha maggiori possibilità di ammalarsi di diabete di tipo 2 (una malattia metabolica caratterizzata da glicemia alta in un contesto di insulino-resistenza). La ricerca ha preso in esame diversi casi utilizzando tecniche di meta analisi e revisione sistemica, ricavando dei dati che sembrano dare delle indicazioni inconfutabili: gli individui che lavorano più di 55 ore a settimana o che svolgono lavori pesanti hanno il 30% di probabilità in più di contrarre il diabete di tipo 2 rispetto a chi lavora meno di 40 ore a settimana.

Stile di vita, abitudini alimentari ed altri fattori di rischio non spostano i dati ottenuti, che restano tali anche prendendo in considerazione queste variabili. Particolarmente controindicato sarebbe inoltre il lavoro a turni, che si è rivelato essere causa anche di un forte aumento di peso oltre al che di diabete.

Lo studio condotto dal dottor Mika Kivimäki ha permesso di far luce sull’associazione tra diabete e lavoro in maniera più accurata rispetto alle precedenti ricerche, evidenziando in maniera inconfutabile il rapporto negativo tra lo stress lavorativo e la patologia diabetica. In futuro, quindi, è probabile che questa relazione venga considerata come un vero e proprio fattore di rischio, rendendo le professioni che richiedono oltre 50 ore di lavoro a settimana dei lavori a rischio.

3 Comments

  1. […] La leggenda del Blues infatti, inserito anche nella Hall of Fame del Rock, è stato colto da un malore diversi giorni fa, ed è stato ricoverato d’urgenza nell’ospedale situato nei pressi della città di Las Vegas. L’uomo, di ottantacinque anni, sarebbe stato ricoverato per un problema di disidratazione, collegato al disturbo che lo accompagna da circa vent’anni, ovvero il diabete di tipo 2. […]

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