Donna

Pillola: l’uso prolungato aumenta il rischio di sclerosi multipla

i risultati ottenuti da una nuova ricerca scientifica è destinata a tenere vivo il dibattito sulle controindicazioni legate alla pillola contraccettiva.

Fino ad oggi al suo utilizzo costante si associava il rischio di tumori, ora si scopre che potrebbe esserci una relazione fra la pillola e l’insorgere della sclerosi multipla. Le donne che si sottopongono, dunque, a questa cura ormonale risultano a rischio, in particolare coloro che assumono le pillole che contengono levonorgestrel e noretindrone.
Le 305 volontarie a cui era stata diagnosticata la sclerosi, e che si sono sottoposte allo studio, sono state tenute in osservazione per tre anni, dal 2008 al 2011;  più della metà di loro, ben il 57%, è stato ravvisato come in precedenza facesse uso delle sostanze citate in precedenza. Meno pericolose le pillole che contengono drospirenone, dato che non è emerso alcun collegamento tra questa sostanza e l’insorgere della patologia che va a colpire il sistema nervoso centrale.
Gli studi sono ancora in corso e i dati emersi dalla ricerca non sono definitivi, tuttavia c’è materiale sufficiente per insistere in questa direzione eapprofondire quanto sia stretto il legame fra i contraccettivi di tipo orale e lo sviluppo della sclerosi multipla, o del precursore di questa malattia, ovvero il Cis. Dietro questa sigla si cela la comparsa di un sintomo neurologico che risulti compatibile con una patologia che colpisce il sistema nervoso centrale.

Il sintomo in questione deve durare minimo 24 ore per poter essere correlato ad una malattia come la sclerosi multipla. Gli stessi ricercatori hanno sottolineato la parzialità delle conclusioni alle quali sono giunti e che l’analisi da loro effettuata non deve risultare un invito a fare a meno della pillola contraccettiva, anche se dopo questi dati diviene difficile non pensarci.

1 Comment

Leave a Response